La traduzione che leggiamo di seguito di un articolo della giornalista Karin Burger, sui casi di Dago, di Mikka ed anche di Libert, tre cani italiani finiti in Germania per opera di associazioni animaliste italiane e di organizzazioni animaliste tedesche, mette in evidenza la punta di un enorme iceberg che pian piano stà emergendo.
Questi tre casi devono farci riflettere su quanto sta accadendo ai nostri animali, sull'interesse che alcune associazioni straniere ed in questo caso tedesche, hanno per i nostri cani randagi. Un interesse che viene subito soddisfatto da centinaia di "volontarie animaliste" che hanno intensificato staffette e stalli per animali presi ovunque,dalla strada,dai canili , da amici, da contadini.
Il tragico risultato è che migliaia di cani (e anche gatti) varcano le frontiere del nostro paese in uscita senza che le Forze dell'ordine e gli addetti ai controlli alle frontiere si pongano minimamente un dubbio su tale intenso traffico di animali da compagnia protetti dalla Legge Italiana. Partono verso dove? per chi? per cosa? Quanto durerà ancora un traffico palesemente illegale e palesemente criminale?
Aua94: I cani italiani alla masseria Momo
{TS-/DS-Critica}
Un numero incredibile di lettere sono
arrivate alla redazione relativamente al mio articolo CharityWatch.de-Artikel „Wo sind die Hunde aus Italien?“ Dove sono i cani italiani ? Chi è interessato al problema l’ha preso molto a cuore.
Alcune lettere , da una parte sono in tono molto aggressivo e particolarmente irritante, tono che si trasforma addirittura in urla (cioè scritto tutto in maiuscolo) oppure sono talmente fuori tema che non sono pubblicabili.
D’ altra parte altre lettere esulano da ogni logica. Se si trasferisce la problematica in un altro settore, la strategia diventa più che evidente: un grossista di carne si fa pubblicità invitando gli addetti ai controlli sugli alimenti, pregandoli di andare a controllare di persona che nella sua ditta sia tutto a posto. Quando poi gli invitati decidono di andare, vengono loro imposte sia le partite di carni sia di salumi da “controllare”.
Un tale procedimento si commenta da sé!
Più significativi invece sono i casi documentabili ed addirittura alcuni che presto verranno trattati in tribunale, come quello del cosiddetto “incrocio Alano” DAGO del canile di Rieti, che in Italia pare si chiamasse Rocco. Questo cane del canile di Rieti era con almeno un altro cane proveniente dall’Italia, tra i cani sequestrati alla masseria Momo a Marzo 2011 (Altri articoli relativi a questo caso qui e qui e qui e qui .)
Hanno ragione gli amanti degli animali ed animalisti italiani a preoccuparsi! Il destino allucinante come quello di Dago, prelevato a Rieti e poi scaricato nella masseria Momo è stato forse reso meno “grave” dalle testimonianze da libro cuore, di altri nuovi proprietari di alcuni cani provenienti dall’Italia? Questo riduce la sua sofferenza? E quello del cane Mikka? Qual’è la responsabilità degli animalisti tedeschi in rapporto al destino di un numero infinito di altri cani provenienti dall’estero e di cui non si sà nulla? Forse la responsabilità è minore solo perché non si sa nulla, dato che gli interventi da parte delle Autorità sia per la masseria Momo sia per la scoperta delle condizioni della Zarenhof sono un’eccezione e non una regola! !
DAGO: „La fortuna della sua vita“
Il caso di Dago conferma come sono false le notizie nei forum che parlano del destino dei cani e quanto siano incredibilmente ciniche le notizie in rapporto alla realtà. In data 11.07.2009 nel Forum Verlassene Pfoten: c’ è il seguente intervento:Salve carissimi,
Dago ha avuto la fortuna della sua vita.
Arriva il 15.07.09 verso mezzogiorno a Francoforte.
Ci serve una staffetta da 60488 Frankfurt sino a 27259
Wehrbleck (nei pressi di Brema).
Dago da Rieti ha bisogno di nuovo del vostro aiuto.
[Parte del post : K. B.] Fonte:
http://www.verlassene-pfoten.de/wbb2/thread.php?threadid=
14165&sid=228a1c6d53402a291839f843bca3e336
Posting vom 11.07.2009, 23.08 Uhr
http://www.verlassene-pfoten.de/wbb2/thread.php?threadid=
14165&sid=228a1c6d53402a291839f843bca3e336
Posting vom 11.07.2009, 23.08 Uhr
Gli animalisti definiscono come la “fortuna della sua vita” il fatto
che il cane Dago sia finito nelle mani dell’associazione che si cela
dietro alla masseria Momo! Le Autorità nel 2010 hanno potuto avere
conferma che già dal 2009 in realtà la “fortuna” che ha avuto il cane
era ben altra !
che il cane Dago sia finito nelle mani dell’associazione che si cela
dietro alla masseria Momo! Le Autorità nel 2010 hanno potuto avere
conferma che già dal 2009 in realtà la “fortuna” che ha avuto il cane
era ben altra !
Persi di vista
Il caso di Dago conferma che gli animalisti non sanno
dove sono i cani da loro importati dall’estero in Germania.
Nel febbraio 2011 nello stesso Forum un’animalista scrive sul caso di Dago :
Per quanto riguarda Dago e tutte le altre domande, Claudia si farà viva personalmente. Da due settimane è in ospedale e deve prima rimettersi. Vorrei dire che allora Dago è stato preso da Conny Peters. Lei poi l’ha ceduto alla coppia B. e noi lo stiamo cercando. A tutt’oggi non siamo ancora riusciti a scoprire se fa parte dei cani sequestrati o se è ancora presso la signora B. . Per qualsiasi informazione a riguardo vi saremmo molto grati . [Tratto da: K. B.] Fonte: http://www.verlassene-pfoten.de/wbb2/thread.php?postid=398572 Posting vom 17.02.2011, 12.50 Uhr Da sottolineare: Vi saremmo molto grati se ci deste informazioni riguardo il luogo dove si trova il cane,” “ In tedesco questo ha un significato gli : Gli animalisti non sanno affatto dove si trova il cane che hanno importato. Per il caso di Dago ci sono quindi le prove che non ne sanno nulla. Per gli altri 34cani, indicati ed elencati da animalisti italiani, l’organizzazione responsabile non vuole dare informazioni con la scusa della privacy e rifiutando la basilare trasparenza dettata dalla legge. Per i 96.000 cani , dai dati che indica un giornalista in Facebook, pare portati negli ultimi cinque anni dall’Italia in Germania, non lo può più verificare nessuno ! Questa è protezione degli animali? Foto ingannevoli Il commento del Forum suddetto, attraverso il quale si cerca Dago, viene completato nel forum con foto che i responsabili “ di allora” (probabilmente nell’estate 2009, poco dopo la cessione del cane all’associazione Animals Hope) pare abbiano scattato. Che tipo di prova rappresentano queste foto? Sono semplicemente foto di alcuni momenti di vita del cane ! Poche informazioni per le indagini in corso Il caso della masseria Momo porta alla luce molte altre informazioni sul commercio di cani delle organizzazioni animaliste. Ci sono un’infinità di nomi, molti indirizzi, le indicazioni di molte tratte e stalli, la fine di molti cani. Purtroppo però attualmente non possiamo pubblicare i dettagli scottanti a causa delle complicate indagini che sono in corso. I testimoni non possono ancora esporsi, altrimenti il loro status di teste potrebbe essere messo in pericolo. Una cosa ora è certa, personaggi famosi, molto decantati che sono nell’ambito animalista, ci sono dentro fino al collo e questo è già stato d’aiuto per capire lo scandalo della masseria Zarenhof ! Anche la conferma da parte delle Autorità sull’identità di Dago non è stata facile. E’ stato possibile solo dopo che Doggennetz ha ricevuto da fonti certe la sicurezza assoluta sull’identità del cane, verificando anche con il numero di Microchip. Solo allora l’autorità preposta, che giustamente per le indagini in corso nel frattempo era molto restia a dare informazioni, ha potuto dare conferma. A causa della complessità delle indagini, ci siamo anche impegnati a non diffondere notizie relative al luogo dove ora si trova custodito questo povero cane. Sul suo stato di salute però possiamo solo dire : il cane è incredibilmente grasso! In bocca gli sono rimasti solo degli spuntoni al posto dei denti. Dago non è un caso unico Ma questo può accadere ? No, non deve succedere! Fino a che non vi sarà la certezza che non accadano più casi simili e che un cane possa finire dall’ “inferno di un canile italiano” in una masseria come quella di Momo, l’attività delle organizzazioni animaliste deve essere vietata. Questo divieto fino a quando non si sarà in grado di garantire trasparenza attraverso i meccanismi di controllo. E’ urgente la professionalizzazione di tutto il modus operandi delle organizzazioni animaliste, affinché i cani stranieri, nonostante le numerose collette, non passino da un inferno all’altro o peggio ancora, da una detenzione buona a condizioni di grave maltrattamento. Dago nella sua permanenza a Doerrieloh avrebbe potuto comunicare le sue sofferenze in italiano alla sua amica la cagnetta Mikka . La meticcia di Boxer-Rottweiler che (nel passaporto italiano indicata come „Rottweiler“, cosa evidentemente non veritiera) è stata deportata probabilmente nell’autunno del 2009 dall’Italia in Germania. Usiamo la definizione “deportata” con cognizione di causa. Pare però provenga da un canile italiano di nome "Casa Luca" La cagnetta è positiva alla Leishmania. Ora è sotto cura veterinaria per la malattia tipica del Sud e necessita di antidolorifici per l’artrosi. Le sue condizioni di salute sono molto migliorate dove si trova ora, che è anche il posto definitivo dove resterà, confermato anche da parte dei veterinari. Tra l’altro, Mikka ora si trova, anche dal punto di vista legale, in condizioni assolutamente sicure. Dopo il sequestro del novembre 2010 è stata legalmente ceduta dalla proprietaria precedente a quella attuale. Italia – Germania – morto Le ricerche ed i contatti dei partecipanti a queste dubbie staffette, relative a coloro che fanno da intermediari e distribuiscono cani proveniente dall’estero in tutta la Germania, mettono in luce altri orrori. Il seguente caso non ha nulla a che fare con la masseria Momo, ma molto con le organizzazioni animaliste che riforniscono questa ed altri in modo continuativo. Ecco cosa riferisce a Doggennetz, un’animalista che ha partecipato all’azione , riguardante il pastore Tedesco Libert che è sopravvissuto solo per una notte al lungo e stressante viaggio dall’Italia in Germania. Nella sua prima e unica mattinata nel “paradiso tedesco” per cani, è morto di blocco renale. Il destino di Libert, se i fatti sono reali, evidenzia che i trasporti sono illegali. Per i trasporti legali un veterinario all’estero deve, poco prima della partenza, visitare i cani ed attestare che possono affrontare il viaggio. Probabilmente Libert non è stato visitato, da un veterinario come prevede la legge. Oppure il fatto che un veterinario ASL italiano non sia stato in grado di riconoscere 24 ore prima i gravi problemi renali, dovrebbe essere testimoniato da una certificazione presentata da parte degli animalisti che hanno portato via Libert. Ma non accadrà mai. Poiché abbiamo appena imparato che gli animalisti tedeschi non devono dimostrare nulla. .Gli animalisti tedeschi trovano ancora gente che si fida di loro ed il destino di un Dago, di una Mikka o di un Libert non tocca i loro sensibili cuori e si buttano a capofitto sulle tastiere distraendosi dalle strategie poco chiare e fuorvianti. Ma non è da ringraziare nessuno degli animalisti di cui sopra se oggi l’aspetto di MIKKA è così e può vivere COSI’! |