C'era una volta, là/ dalle parti di Chissà,/ il paese dei bugiardi./ In quel paese nessuno/ diceva la verità,/ non chiamavano col suo nome/ nemmeno la cicoria:/ la bugia era obbligatoria./ Quando spuntava il sole/ c'era subito uno pronto/ a dire: "Che bel tramonto!"/ Di sera, se la luna/ faceva più chiaro/ di un faro,/ si lagnava la gente:/ "Ohibò, che notte bruna,/ non ci si vede niente"./ Se ridevi ti compativano:/ "Poveraccio, peccato,/ che gli sarà mai capitato/ di male?"/ Se piangevi: "Che tipo originale,/ sempre allegro, sempre in festa./ Deve avere i milioni nella testa"./ Chiamavano acqua il vino,/ seggiola il tavolino/ e tutte le parole/ le rovesciavano per benino./ Fare diverso non era permesso,/ ma c'erano tanto abituati/ che si capivano lo stesso. / Un giorno in quel paese/ capitò un povero ometto/ che il codice dei bugiardi/ non l'aveva mai letto,/ e senza tanti riguardi/ se ne andava intorno/ chiamando giorno il giorno/ e pera la pera,/ e non diceva una parola/ che non fosse vera. / Dall'oggi al domani/ lo fecero pigliare/ dall'acchiappacani/ e chiudere al manicomio./ "E' matto da legare:/ dice sempre la verità"./ "Ma no, ma via, ma và ..."/ "Parola d'onore:/ è un caso interessante,/ verranno da distante/ cinquecento e un professore/ per studiargli il cervello ..."/ La strana malattia/ fu descritta in trentatre puntate/ sulla "Gazzetta della bugia"./ Infine per contentare/ la curiosità popolare/ l'Uomo-che-diceva-la-verità/ fu esposto a pagamento/ nel "giardino zoo-illogico"/ (anche quel nome avevano rovesciato ...)/ in una gabbia di cemento armato./ Figurarsi la ressa./ Ma questo non interessa./ Cosa più sbalorditiva,/ la malattia si rivelò infettiva, / e un po' alla volta in tutta la città/ si diffuse il bacillo/ della verità./ Dottori, poliziotti, autorità/ tentarono il possibile/ per frenare l'epidemia./ Macché, niente da fare./ Dal più vecchio al più piccolino/ la gente ormai diceva/ pane al pane, vino al vino,/ bianco al bianco, nero al nero:/ liberò il prigioniero,/ lo elesse presidente,/ e chi non mi crede/ non ha capito niente.


(Gianni Rodari, Il paese dei bugiardi, Le favole a rovescio).

martedì 18 gennaio 2011

GRAZIE A TUTTI PER UN FURGONE CARICO CARICO DI.......CANI E GATTI ITALIANI


Aggiungi didascalia
Sentiamo il bisogno impellente di chiedere scusa a tutte le decine e decine di persone che hanno sottoscritto ai nostri tavoli la petizione "ti deporto a fare un giro" promossa dall'Enpa e volta anche alla richiesta di porre fine la trasferimento massiccio all'estero dei randagi........Noi siamo stupiti per quanto avvenuto, addolorati per aver supportato la petizione, contrari in toto su quanto patteggiato in sede ministeriale.
La raccomandata che segue diretta al Ministro della Salute Prof. Ferruccio Fazio, a firma di Angela Beduschi, consigliera delegata della UAI, Unione Antivivisezionista Italiana, spiega il perche' del totale dissenso verso questo provvedimento che, è in contrasto con la legislazione vigente e dichiara di voler garantire la "tracciabilità" degli animali MA.....................................................................


LA PROCEDURA

 Oggetto Procedura per la movimentazione di cani dai rifugi italiani per pratiche di adozione
 internazionale, condivisa ed elaborata, in base alle aspettative emerse nel corso della

 riunione del 19 novembre 2009 e alle osservazioni formulate dal gruppo di lavoro.




  1. La movimentazione di animali può avvenire solo ad opera di Associazioni riconosciute in conformità alla vigente normativa regionale, onlus o Enti morali aventi come finalità la protezione degli animali.
  2. Tali Associazioni, onlus o Enti morali aventi come finalità la protezione degli animali, devono comunicare per iscritto al Servizio Veterinario ASL competente per territorio che effettuano o intendono effettuare adozioni al di fuori del territorio nazionale.

  1. Gli animali movimentati devono obbligatoriamente essere identificati  con microchip e iscritti all’Anagrafe Canina nazionale.



  1. Tutti gli animali movimentati devono essere muniti del Passaporto comunitario previsto dal regolamento (CE) n.998/2003, recante l’attestazione sanitaria della avvenuta vaccinazione antirabbica e di eventuali trattamenti antiparassitari richiesti dal Paese di destinazione.

  1. Per ogni movimentazione le Associazioni, onlus o Enti morali aventi come finalità la protezione degli animali devono fare, con almeno 10 giorni di anticipo rispetto alla partenza degli animali, una comunicazione all’ASL territorialmente competente, specificando le generalità dell’Associazione ricevente e del privato cittadino che adotterà l’animale, il numero del relativo microchip e del Passaporto comunitario.

  1. Per ogni movimentazione, comunicata conformemente al precedente punto 5, il Servizio Veterinario della ASL territorialmente competente provvederà a rilasciare la certificazione sanitaria, che può essere cumulativa nel caso di più animali, conforme alla Direttiva 92/65 CE (Allegato E parte I) e a produrre il relativo messaggio TRACES (riportando nella parte I del TRACES, alla casella I. 31, il numero di ogni singolo passaporto e microchip) per l’Autorità sanitaria del Paese di destinazione; per tale scopo è necessario che le strutture di partenza e, parimenti, quelle di arrivo siano accreditate nell’ambito del citato sistema TRACES.

  1. Per ogni animale oggetto della movimentazione deve essere garantita, a cura dell’Associazione o privato cittadino che adotta l’animale, l’iscrizione nelle anagrafi o banche dati attivate nei Paesi di destinazione; tale adempimento comporta il coinvolgimento, per le dovute verifiche, delle Autorità di controllo del Paese di destinazione.

  1. Annualmente i Servizi Veterinari territorialmente competenti, tramite i Servizi Veterinari delle Regioni e Province autonome, trasmettono, entro il 31 gennaio dell’anno successivo, unresoconto di tali movimentazioni al Ministero della Salute - Direzione Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario.
  
La procedura prevista può essere completamente applicata soltanto attraverso la collaborazione con le Autorità competenti del Paese di destinazione (Germania, Austria, ecc.) alle quali viene proposto un protocollo bilaterale.

In via preliminare, prima che la procedura diventi operativa, è opportuno acquisire l’elenco delle Associazioni di protezione ufficialmente riconosciute nei Paesi comunitari di destinazione nonché l’elenco delle strutture accreditate nell’ambito del sistema TRACES, autorizzate a ricevere gli animali in questione, per permettere la corretta predisposizione e la trasmissione dell’informazione da parte delle autorità italiane di cui trattasi
Si richiama, infine, l’importanza del punto 7, l’applicazione del quale risulta indispensabile per consentire la piena e sicura rintracciabilità degli animali; su tale aspetto deve essere, quindi, assicurata la collaborazione delle Autorità di controllo del Paese di destinazione.

Fermo restando che, il trasferimento dei cani per l’adozione in altri Paesi non debba essere incentivato in quanto non rappresenta la soluzione al problema randagismo questa Amministrazione ritiene che,  tale pratica, può essere consentita solo se eseguita secondo una procedura condivisa e conforme alla normativa vigente.
Solo in questo modo, la movimentazione degli animali  può essere controllata e  ridimensionata mentre, l’adozione di altre misure già previste quali, l’identificazione, la registrazione in anagrafe e la sterilizzazione, possono contribuire significativamente alla riduzione e al contenimento del randagismo.
Infine, qualora non si riesca ad ottenere sufficienti garanzie da parte delle Autorità competenti dei Paesi di destinazione, si provvederà ad adottare tutte le opportune misure al fine di bloccare definitivamente tale movimentazione.



E interessante è anche il fatto che a decidere del futuro dei nostri cani su tale PROCEDURA sia invitata la tedesca veterinaria Dorothea Friz  e con grande fatica invece la rappresentante italiana della UAI, che risponde come di seguito.



Raccomandata A/R
AI Ministro della Salute
Prof. Ferruccio Fazio
Lungo Tevere Ripa 1
00153 Roma
Gent.mo Prof. Ferruccio Fazio
Milano, 21 marzo 2010
con riferimento alla comunicazione inviataci il 28/01/10 dal Vs. Dipartimento per la Sanità Pubblica Veterinaria, Direzione Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario - uff. VI Benessere Animale, con la presente ribadisco il mio più totale dissenso e la mia vivissima preoccupazione per l'intenzione espressa dai Vostri funzionari di voler emanare disposizioni miranti a "regolamentare la movimentazione di cani da rifugi italiani verso paesi europei per
pratiche di adozioni internazionali. Lo scopo dichiarato dell'iniziativa sarebbe quello di garantire una "tracciabilita" degli animali e di avere adeguate assicurazioni sulla loro destinazione".
Come già dichiarato alla riunione indetta al Ministero il 19/11/09 (riunione alla quale erano stati invitati solo alcuni veterinari regionali, ENPA. LAV, lega del Cane e lega Pro Animale) la nostra associazione, che conta 35.000 iscritti, notoriamente contraria da anni all'esportazione di randagi, non era stata convocata e ha potuto ottenere un invito solo grazie all'interessamento di un Senatore.
Con la presente, nella mia qualità di consigliera delegata dalla Associazione UAI-Unione Antivivisezionista Italiana dichiaro di ritenere in tutta coscienza che il Ministro della Salute ed i suoi collaboratori non debbano e non possano legalizzare con un provvedimento del genere una iniziativa che contrasta con la legislazione vigente e che sia invece auspicabile un rinnovato forte impegno per pretendere ed ottenere finalmente l'applicazione della normat iva vigente nel nostro Paese, ancora largamente disattesa in molte aree (Legge 281 agosto 91 e relative leggi regionali).
Solo obbligando Regioni, Comuni e Autorità Sanitarie competenti a fare il proprio dovere, prevedendo controlli e prendendo provvedimenti nei confronti degli inadempienti, anche con denunce per omissione d'atti d'ufficio, illeciti amministrativi, malgoverno o maltrattamento degli animali, si potrà parlare di tutela degli animali e prevenzione del randagismo.
L'inosservanza dell'obbligo d'iscrizione dei cani all'anagrafe canina, la mancata sterilizzazione, la pressione di molte amministrazioni ad inventare soluzioni alternative alla custodia e mantenimento dei cani (che coincide con l'interesse di molti soggetti pronti a prelevare animali da ogni dove, a costo zero, per intermediarli attraverso vari canali, per i vari scopi ) ha fatto si che negli ultimi anni siano svaniti nel nulla decine di migliaia di cani e gatti.
Un provvedimento come quello che e stato prospettato rappresenterebbe solo un escamotage per lasciare svuotare canili e rifugi compiacenti, eliminando costi e responsabilità, sia delle varie Autorità competenti, sia dei gestori, senza peraltro fornire garanzie di alcun tipo per la salvezza degli animali, ma favorendo semplicemente operazioni poco trasparenti a danno degli stessi.
La "tracciabilità" dei trasporti che vorrebbe essere studiata "adattando" allo scopo la Direttiva 92/65 in modo tra l'altro di potere fare carichi ingenti (trasporti superiori a 5 cani non sono infatti contemplati dal Regolamento CE 998/2003) garantirebbe (nel caso di trasferimenti alla luce del sole e non clandestini come sinora spesso accaduto) la sola identificazione dei luoghi di partenza e delle stazioni d'arrivo all'estero dei cani che una volta "ceduti" ai riceventi, potranno da questi ultimi essere destinati a chicchessia e per qualsiasi scopo, senza possibilità reale di controllo da parte di autorità o protezionisti italiani.
La cessione, la extraterritorialità e il sinora sempre evocato diritto alla privacy da parte degli intermediari italiani e dei destinatari esteri non consentiranno di sapere che fine faranno realmente i nostri cani, diventati merce da esportare con il sistema "traces" usato per gli animali da reddito (vedi appunto Direttiva 92/65).
Si tratterebbe di regolamentare un vero e proprio commercio di randagi e il conseguente "abbandono" dei nostri cani in paesi dove, tra l'altro, vigono leggi molto permissive in tatto eutanasia (vedi problemi comportamentali, malattie trasmissibili, ecc.) e in materia di sperimentazione, si ricordi che in Germania ad esempio alcuni esperimenti non hanno bisogno di autorizzazione preventiva e possono essere solo "segnalati" e che nei laboratori finiscono anche animali provenienti da rifugi. Non và poi dimenticato che in Germania un privato cittadino può cedere il proprio animale malato ai laboratori.
Non è pertanto possibile credere di potere ottenere che, con queste premesse e con questi aspetti commerciali del problema, Autorità Pubbliche dei Paesi Europei nei quali verrebbero esportati i nostri randagi accettino ( sulla base delle nostre normative) obblighi di controllo attinenti alla destinazione finale dei cani e alla protezione degli stessi per garantirci che ad essi non accadrà nulla di male. Perché dovrebbero farlo Perché uno Stato straniero dovrebbe farsi carico d'accogliere, mantenere, curare e proteggere migliaia di cani. intermediati da organizzazioni di vario tipo, provenienti oltre che dall' Italia, da Grecia, Portogallo, Spagna, Turchia, Serbia, Ungheria, Polonia, Romania, Africa del nord, Asia, Paesi dell'Europa dell'est. Isole mediterranee, isole atlant iche, Colombia ecc, ecc" se la cosa rappresentasse solo costi per la "vigilanza" e costi per la "gestione!"( senza altro scopo?)
Ci risulta molto difficile allontanare "i cattivi pensieri" anche perché dal punto di vista sanitario tali paesi dovrebbero porsi, come già accade, serie domande e provvedere a fare seri e costosi controlli sanitari, visto che ad esempio piu di una volta i furgoni pieni di cani fermati in Ilalia o alla frontiera trasportavano animali accompagnati da falsi libretti, attestati di vaccinazioni in realtà mai fatte o retrodatate (vedi antirabbica), portatori di gravi malattie anche trasmissibili. Tali animali non certo ambiti per eventuali "adozioni contro offerta" potrebbero essere soppressi o ceduti alla ricerca perché la loro "cura" rappresenterebbe solo costi elevati che "non pagano". Và poi considerato che dal momento del passaggio alla frontiera i nostri cani saranno sottoposti solo alle leggi vigenti del Paese di destino, il che non ci lascia per nulla tranquilli poiché da quel momento non saranno possibili interventi o controlli da parte delle Autorità o delle Associazioni Italiane, salvo rogatorie internazionali della cui inefficacia abbiamo più volte avuto prova.
Ai Veterinari ASL italiani che volessero fugare per conto terzi qualche dubbio verrà forse offerto un viaggio con soggiorno di due giorni (a spese di chi, ed con quale incarico fuori da lla loro competenza territoriale?) per visite pilotale dalle quali torneranno senza avere in sostanza verificato alcunché (è già successo e i loro racconti non hanno c:onvinlo nessuno).
Un provvedimento come quello che codesto Ministero si appresta a predisporre renderebbe di fatto impossibile recuperare qualsiasi animale, neppure per restituirlo al suo legittimo proprietario, che avrebbe il diritto di rientrare in possesso per un anno dal momento della perdita per furto o smarrimento.
In Germania ( Paese da W.55. indicato tra altri come luogo di destinazione dei cani) non esiste anagrafe canina pubblica quindi non vi è obbligo d'iscrizione del cane (tranne che per alcune rare tipologie ): esiste solo la possibilita di registrare il proprio animale ad anagrafi di tipo privato (TASS0 - Deutsches Haustier Register DTSB) quindi, ammesso che un nostro randagio venga effettivamente ceduto a terzi, ammesso che gli venga lasciato il microchip che avrebbe dovuto avere alla partenza (e che questo non gli venga successivamente tolto dichiarando "morto" il cane, (come sempre succede per i cani rubati) sappiamo che sarà comunque impossibile indagare in Germania su passaggi di proprietà dei cani: la stessa cosa dicasi per altri Paesi nei quali potrebbero finire i nostri animali.
Per nulla tranquilli ci lascia poi il capitolo III del la famosa Convenzione Europea, recentemente recepita dall'Italia, che dall'art. 12 cita: Capitolo III articolo 12- Riduzione del numero di animali randagi.
Quando una Parte ritiene che il numero di animali randagi rappresenta un problema per detta Parte, essa deve adottare le misure legislative e/o amministrative necessarie a ridurre tale numero con metodi che non causino dolori, sofferenze o angosce che potrebbero essere evitate.
a) Tali misure debbono comportare che: 1. se questi animali debbono essere catturati, ciò sia fatto con il minimo di sofferenze fisiche e morali tenendo conto della natura dell'animale; 2. nel caso che gli animali catturati siano tenuti o uccisi, ciò sia fatto in conformità con i principi della presente Convenzione. La nostra legge n. 281 del 1991 e la legge 189 del 2004 dicono cose molto diverse, ben in contrasto con tale articolo che da licenza di uccidere se vi è un sovrannumero! Tutto questo deve fare riflettere soprattutto i protezionisti e anche le Autorità che pretendono di agire con il loro consenso.
Le ulteriori altre informazioni dovrebbero fare riflettere chi si appresta a legalizzare l'esportazione del nostri cani: pericolo che una disposizione di questo tipo, rivestendo carattere commerciale, attiri l'attenzione di nuovi altri soggetti, veri e propri commercianti, neppure bisognosi di spacciarsi per protezionisti, pronti a cercare facili guadagni visto che la merce sarebbe a costo zero; crisi in Germania con conseguenti abbandoni di animali per difficoltà economiche; conseguente difficoltà ad esempio del DTSB a gestire più di 500 canili sovraffollati e appello dello stesso alle Autorità per ottenere aiuti statali da prevedersi nella loro "finanziaria", con previsioni dichiarate di non poter garantire la continuità dell'assistenza oltre i prossimi 16 mesi se le cose non cambieranno; se vi fosse veramente la capacità da parte di associazioni protezioniste tedesche di assorbire decine di migliaia di cani provenienti dai Paesi definiti incivili, sottosviluppati e torturatori di animali (precedentemente indicati) i canili tedeschi dovrebbero essere vuoti perché per logica i cittadini zoofili tedeschi prima di andare a cercare "adottandi" all'estero salverebbero i loro cani e "qualcuno" non avrebbe bisogno di continui "flussi" da mettere su particolari siti internet per l'intermediazione "contro offerta" (dai 250 ai 400 euro a cane) con appelli lacrimevoli.
Provvedimento del Governo Greco per impedire l'esportazione dei loro randagi. Qualcuno alla riunione ha avuto il coraggio di obiettare che tale provvedimento non è legale perché con il Shengen nessuno può impedire la "libera circolazione delle merci " nella Comunità; in effetti per molti di coloro che prelevano cani in numero elevato gli stessi sono solo merce, cosa che per noi non sarà mai; fenomeno "staffette/stalli" assolutamente fuori controllo con movimentazione di cani e gatti (da sud a nord) spesso malati che causano tragedie in rifugi. Tali animali non sempre trovano adozioni vista la leggerezza con cui vengono intermediati e spesso finiscono nelle filiere dell'esportazione. Il numero elevato di soggetti trasportati e le offerte che vengono chieste agli adottanti per coprire spese di viaggio e di presunte spese veterinarie in taluni casi fanno anche pensare ad una attività.
REACH: nei prossimi anni 100.000 sostanze chimiche (molte delle quali già sul mercato) verranno testate o ritestate per verificarne la pericolosità. E' previsto l' utilizzo di milioni di animali (cani e gatti compresi!).
Dopo la riunione una funzionaria del ministro sosteneva che per la sperimentazione e la vivisezione vengono usati solo "beagl!" appositamente allevati ( come a dire che per i nostri randagi/meticci il pericolo di finire in certi canili non esisterebbe). Quando le ho detto che non era vero, ha ammesso che per le ricerche su malattie cardiache, renali,
oncologiche, metaboliche, del sistema immunitario, degli organi interni, muscolo scheletriche, neurologiche. per sperimentazioni chirurgiche, ortopediche, trapianti, applicazioni di valvole. protesi ecc. ecc. và benissimo qualsiasi tipo di cane o gatto. Ha anche ammesso di sapere che i meticci o cani di diversa provenienza costano meno e anche
che sono piil indicati per esperimenti per i quali si richiede l'ut ilizzo di animali con caratteristiche genetiche differenti.
Dal tenore della Vs. comunicazione e dal testo reso pubblico dall' ANMVI con la risposta alla inlerpellanza dell'On. Mancuso deduciamo che siete intenzionati a procedere nel progetto di emanare il provvedimento che regolamenti l'espatrio dei nostri randagi presenti In canili e rifugi (e tanti altri cani che vengono abbandonati, rubati, persi, ceduti in buona fede e che verranno, come già succede, raccattati per lo stesso scopo).
Ci auguriamo che abbiate un doveroso ripensamento e che non siate sostenuti da Responsabili dei Serv. Veterinari ( i quali sanno benissimo che là dove la legge viene rispettata ed applicata e vi è sinergia tra le Autorità locali e serie Associazioni le cose funzionano molto bene e il problema randaglsmo viene affrontato con buoni risultati).
Mi auguro anche che le Associazioni protezioniste italiane ( da Voi coinvolte, per usare un Vs. termine, e presenti alla riunione nel 19/11/09 ( ENPA LAV e Lega del cane) vorranno rendere pubblica la loro dissociazione da una iniziativa del genere, dopo avere raccolto il parere delle loro "basi" che senz'altro non vorranno rendersi responsabili di mandare i
nostri animali incontro a un destino incerto e proprio per questo pericoloso, quindi contrario agli scopi statutari.
Se cosi non sarè le Autorità saranno le prime a dare il cattivo esempio, trovando scappatoie che consentono d'eludere la legge e le Associazioni che condivideranno il progetto  dovranno rendere pubblica la loro posizione, decidendo liberamente di rischiare, sulla pelle degli animali, un giudizio di condanna d a parte dei loro iscritti e simpatizzanti e della gente comune, stanchi di sostenere campagne, raccolte di fondi e di firme che potrebbero sembrare solo ricerche di nuovi consensi per rafforzare la propria immagine e il peso politico.
Se cosi non sarà gli "eletti" avranno perso una buona occasione per non deludere le aspettative e l'impegno di  protezionisti e comuni cittadini che credono nella legalità e nel progresso della sensibilità pubblica e privata.
Concludo osservando che il "progetto" risulta essere in palese contraddizione con quanto da VV SS disposto con l'ordinanza del 16/07/09 (non allontanamento dei cani dalle aree di pertinenza) promossa e tutt'ora sostenuta da questo Ministero.
Tanto vi scrivo nella speranza che le informazioni fornite e che con ogni probabilità, pur essendo a disposizione del Vs. uffici non vi sono pervenute, possano indurre ad un proficuo ripensamento e bloccare l'iniziativa.
Distinti saluti
(Angela Beduschi)










LAV, ENPA, LEGA DEL CANE, LEGA PRO ANIMALE DI DOROTHEA FRIZ, NESSUNO TRANNE  L'ASSOCIAZIONE UNA, NELLO SPECIFICO UNA CREMONA, QUI RAPPRESENTATA DALLE PAROLE SCRITTE  DA ANGELA BEDUSCHI DELLA UAI, NESSUNO RIPETO HA PRESO LE DISTANZE DA QUESTA MOVIMENTAZIONE DI CANI DAI RIFUGI ITALIANI VERSO L'ESTERO (EVVIVA PER LA PETIZIONE DELL'ENPA...).
GLI ATTORI: IL GRUPPO DI LAVORO DELL'ONOREVOLE FRANCESCA MARTINI

QUI FRANCESCA MARTINI CON CARLA ROCCHI, PRESIDENTE ENPA. 
 PROMUOVONO  LA PETIZIONE, DOVE LA FOTO EVOCA, COME LA PAROLA "DEPORTAZIONE"  I LAGER TEDESCHI......INTUIZIONE? PREVEGGENZA? DIFFICILE DIRLO, FONDAMENTALE E' CHE ERA CENTRATO IL PROBLEMA, SI SAPEVA E SI SA' ALTRIMENTI QUELL'IMMAGINE E QUELLA PAROLA CHE INDICANO CONSAPEVOLEZZA, NON SAREBBERO STATE USATE, MA QUESTO IN UN PRIMO MOMENTO, POI INVECE IL TRADIMENTO DELL'ASPETTATIVA CREATA DALLA PETIZIONE......MA ANCHE DELLA FUNZIONE DI QUESTA COME DELLE ALTRE ASSOCIAZIONI PRESENTI 
GIANLUCA FELICETTI PRESIDENTE DELLA LAV
LAURA ROSSI PRESIDENTE LEGA DEL CANE
DOROTHEA FRIZ DELLA LEGA PRO ANIMALE

DOROTHEA FRIZ E' UNA VECCHIA CONOSCENZA DELLA PREOCCUPANTE  STORIA "ANIMALISTA ITALO-TEDESCA". E' UNA VETERINARIA TEDESCA CHE SI E' INSEDIATA DA MOLTISSIMI ANNI NEL TERRITORIO DI CASTELVOLTURNO, E SOSTENUTA GIA' NEL 1984 IN QUESTO IMPEGNO,  DALLA PRO ANIMALE, ORGANIZZAZIONE TEDESCA CHE IN GERMANIA HA AVUTO MOLTISSIMI PROBLEMI.
E' STATA ALLA RIBALTA DELLE CRONACHE NAZIONALI NEL 1996, PER IL FERMO DI UN SUO FURGONE CHE TRASPORTAVA CANI DEL SUO CENTRO DI STERILIZZAZIONE,VERSO SVIZZERA E GERMANIA
QUI I CANI SONO 40 E IL LORO TATUAGGIO DI IDENTIFICAZIONE NON RISULTA A NORMA
QUI I CANI SONO GIA' 38
MA ECCO UNA BELLA FOTO DEL FURGONE, E LA DATA NON E' NOVEMBRE MA 13 GIUGNO 1995 E QUESTE SONO LE FOTO ORIGINALI DEL FERMO.

QUESTE PERSONE HANNO DECISO E DECIDONO IL DESTINO DEI NOSTRI ANIMALI
Alma Galli

Nessun commento:

Posta un commento