C'era una volta, là/ dalle parti di Chissà,/ il paese dei bugiardi./ In quel paese nessuno/ diceva la verità,/ non chiamavano col suo nome/ nemmeno la cicoria:/ la bugia era obbligatoria./ Quando spuntava il sole/ c'era subito uno pronto/ a dire: "Che bel tramonto!"/ Di sera, se la luna/ faceva più chiaro/ di un faro,/ si lagnava la gente:/ "Ohibò, che notte bruna,/ non ci si vede niente"./ Se ridevi ti compativano:/ "Poveraccio, peccato,/ che gli sarà mai capitato/ di male?"/ Se piangevi: "Che tipo originale,/ sempre allegro, sempre in festa./ Deve avere i milioni nella testa"./ Chiamavano acqua il vino,/ seggiola il tavolino/ e tutte le parole/ le rovesciavano per benino./ Fare diverso non era permesso,/ ma c'erano tanto abituati/ che si capivano lo stesso. / Un giorno in quel paese/ capitò un povero ometto/ che il codice dei bugiardi/ non l'aveva mai letto,/ e senza tanti riguardi/ se ne andava intorno/ chiamando giorno il giorno/ e pera la pera,/ e non diceva una parola/ che non fosse vera. / Dall'oggi al domani/ lo fecero pigliare/ dall'acchiappacani/ e chiudere al manicomio./ "E' matto da legare:/ dice sempre la verità"./ "Ma no, ma via, ma và ..."/ "Parola d'onore:/ è un caso interessante,/ verranno da distante/ cinquecento e un professore/ per studiargli il cervello ..."/ La strana malattia/ fu descritta in trentatre puntate/ sulla "Gazzetta della bugia"./ Infine per contentare/ la curiosità popolare/ l'Uomo-che-diceva-la-verità/ fu esposto a pagamento/ nel "giardino zoo-illogico"/ (anche quel nome avevano rovesciato ...)/ in una gabbia di cemento armato./ Figurarsi la ressa./ Ma questo non interessa./ Cosa più sbalorditiva,/ la malattia si rivelò infettiva, / e un po' alla volta in tutta la città/ si diffuse il bacillo/ della verità./ Dottori, poliziotti, autorità/ tentarono il possibile/ per frenare l'epidemia./ Macché, niente da fare./ Dal più vecchio al più piccolino/ la gente ormai diceva/ pane al pane, vino al vino,/ bianco al bianco, nero al nero:/ liberò il prigioniero,/ lo elesse presidente,/ e chi non mi crede/ non ha capito niente.


(Gianni Rodari, Il paese dei bugiardi, Le favole a rovescio).

venerdì 17 dicembre 2010

ENPA Ancona: allarme traffici Marche – Germania

COMUNICATO STAMPA
19 giugno 2010


L’Ente Nazionale Protezione Animali è venuto a conoscenza del fatto che al Canile Bartozzi di Montemarciano (AN), che ospita cani del Comune di Senigallia e di altri Comuni del territorio, sono in corso da qualche tempo, da parte dell’organizzazione tedesca Hundehilfe Hundeherzen di Maintal (Assia), prelievi di cani che sono immediatamente spediti in Germania.
I cani figurano adottati da persone fisiche, con gli obblighi e gli impegni previsti dalla legge quadro 281/1991 e relative disposizioni ministeriali. Si tratta però di sedicenti adozioni, poiché subito dopo l’affido i cani vengono portati oltreconfine da emissari dell’organizzazione e trattati come proprietà di quest’ultima, che li deposita in stalli temporanei per poi piazzarli a prezzi che vanno da 250 a 300 euro.
I cani sono pubblicizzati nel sito tedesco quando ancora si trovano nel canile, per poi essere prelevati al momento opportuno. Allora avvengono le “adozioni”, anche per procura, cosa inammissibile in un atto pubblico; anzi l’organizzazione, che si avvale di collaboratori locali, usa perfino prestanome italiani. I cani, poi, lasciano l’Italia molto prima della data permessa dalle norme sanitarie del passaporto europeo, in contravvenzione ad ogni legge europea sulla circolazione non commerciale degli animali d’affezione.
L’ultimo caso è quello di Pisellino, cagnetto di 11 anni “adottato” a fine maggio da un prestanome del luogo e subito passato sottobanco agli esportatori, come hanno scoperto i volontari ENPA che con amore e competenza prestano il loro servizio nel canile. A dispetto delle ripetute segnalazioni, il Comune di Senigallia, proprietario e tutore legale di Pisellino, non è ancora intervenuto per strapparlo alle mani di chi lo ha sottratto e si prepara a spedirlo all’estero.
L’Ente Nazionale Protezione Animali non intende permettere che questo disdicevole commercio, che già fa oggetto d’indagine da parte di più Procure in Italia e di interrogazioni parlamentari, prenda radici anche nelle Marche. A livello nazionale, ha anzi lanciato la petizione “Ti deporto a fare un giro” contro la deportazione all’estero degli animali affidati alla pubblica tutela, i cui risultati sono stati presentati al Sottosegretario alla Salute on. Martini. Attraverso la sua Sezione di Ancona, ha preso contatto con l’Amministrazione comunale di Senigallia richiamandola al dovere di custodia e garanzia degli animali che la legge le affida, esigendo l’immediato recupero del cane Pisellino, per il quale è stata offerta un’adozione autentica sul posto, e chiedendo l’emanazione di un’ordinanza di regolamentazione degli affidi, sull’esempio dei molti Comuni italiani che hanno già aperto gli occhi sul fenomeno.
Certo della sensibilità dei cittadini marchigiani, l’Ente Nazionale Protezione Animali confida nelle istituzioni comunali e regionali e nel Ministero della Salute, al quale ha segnalato il caso, per una reale e trasparente tutela della legalità e degli animali alla cui protezione si dedica da 140 anni.

Marcella Falà
Presidente Sezione ENPA Ancona


Chi si rivede, i rigattieri del randagismo. È vero che è cosa di tutti i giorni che l’improntitudine degli esportatori tiri diritto per la realizzazione dei suoi progetti, a dispetto degli smascheramenti, passando allegramente sopra le leggi e sotto le coperture che l’indifferenza delle istituzioni le serve su un piatto d’argento. Ma nel caso dell’asse Senigallia – Maintal ci sembra, ce lo consenta il Comune di Senigallia, che si stia andando un po’ oltre l’indifferenza, e auspichiamo che altre autorità intervengano urgentemente per insegnare alle istituzioni locali, amministrative e sanitarie, che i loro diritti sono anche i loro doveri e che le piccole dimensioni della realtà in cui operano dovrebbero servire non a far sparire un capitolo di spesa con l’aria di non saperne nulla, ma a svolgere correttamente i compiti affidati loro dalla legge. Ci dispiace, ma fingere ostinatamente di guardare dall’altra parte non paga più.
Incuriositi dalla seconda puntata di questa storiaccia, siamo voluti andare a vedere com’è cambiata la vetrina di Hundeherzen da quando, un po’ più di due mesi fa, abbiamo letto il comunicato di UNA Civitanova. All’epoca, se non andiamo errati, erano esposti Azzurra e Sofia (partite entrambe), Kira, Lola, Pisellino (Piccolino nel sito tedesco) e Max (Mäxchen). Ah, ma la schiera si è infoltita. Ecco Toro, che “deve venir via urgentemente” da quel canile che, come sbagliarsi, aveva tanto “turbato” l’emissaria locale di Hundeherzen. E poi Barry, Nano (Charlie), Ricky, Gino, Mami (Mimmi), Adrio (Bobby), Angelo, Mina, Sada, Giorgio (Tappsi). Usciti a gruppetti, gli ultimi ai primi di giugno, tutti del Comune di Senigallia e tutti “noch in Italien”, intanto si va avanti e si prepara l’offerta, età ridotte, razze inventate, poi si vedrà. Insieme con tantissimi loro compagni spagnoli e dell’Est (anche qui, come sbagliarsi?). Quante foto per ognuno, in tutte le pose e con varietà di sfondi, a quanto pare questa gente si muove in quel canile come in casa sua, ma come funzionano le cose a Senigallia?
E, toh toh, c’è un altro cane marchigiano, ci abbiamo messo un po’ a individuarlo e magari non è il solo, è Lino (Murphy) del Rifugio Anita di Falconara, che, si dice, sta così male in canile che si è dato al bere (acqua, eh) per suicidarsi. Testuale. Ma lì lo sanno? Solo perché vorremmo sapere se anche quel rifugio è diventato una soffitta da svuotare, e ci stupirebbe, ma la vita è piena di scoperte.
Per fortuna l’ENPA ha sul territorio anche tante sezioni che lavorano con rigore e coraggio. Ringraziamo l’ENPA di Ancona di aver voluto mettere a parte anche noi del suo comunicato e di mantenersi con coerenza sulla linea dei principi dell’associazione che hanno ispirato la campagna “Ti deporto a fare un giro”. Quanto al Comune, non vorremmo essere noi a ricordargli che l’illecito, se non si contrasta, si favorisce: non c’è via di mezzo.
Quindi, per prima cosa, giù le mani subito da Pisellino, cagnetto di 11 anni (pardon, 9 e mezzo in Germania) sottratto con un trucco, che ha pronta una famiglia che l’aspetta sul posto. Gratis…


http://traccediverse.blogspot.com/2010/04/comunicato-una-civitanova-i-rigattieri.html
http://traccediverse.blogspot.com/2010/04/comunicato-una-civitanova-i-rigattieri_09.html
http://traccediverse.blogspot.com/2010/04/comunicato-una-civitanova-i-rigattieri_2742.html
http://www.hundeherzen.de/

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