Riporto questo articolo di CharityWatch.de, che stà cercando di fare chiarezza sull'operato di molte associazioni tedesche, per dimostrare quanto sia diffusa la strategia dell'aggressione, dell'intimidazione e della diffamazione da parte delle persone che fanno parte di tali organizzazioni, trafficanti e/o soggetti che fanno uso improprio dei soldi che sarebbero destinati agli animali e che sperano aggredendo e diffamando, di farla franca.

In ogni caso le denunce di Charity, depositate in  Procura e presso la Polizia Criminale, stanno dando buoni frutti. 

Credo sia di buon auspicio per me e per chi come  me vive situazioni simili, ovvero intimidazioni, diffamazioni diffuse anche tramite mailing list, oltre che su facebook, siti, e così via....


Germania: campagna diffamatoria pressante

pubblicata da Genny D'amore il giorno giovedì 10 febbraio 2011 alle ore 9.24
A proprio riguardo  
Campagna diffamatoria pressante

Come hanno potuto constatare molti dei nostri lettori, da tempo si è diffusa una campagna diffamatoria contro CharityWatch.de. Nelle ultime settimane la situazione è peggiorata talmente tanto che non attaccano solo i collaboratori di CharityWatch.de : ora anche redattori di riviste importanti e della stampa giuridica vengono pubblicamente diffamati con menzogne (che danneggiano sia dal punto di vista professionale sia la reputazione) solo perché menzionano o consigliano Charitywatch.de. Ora Stefan Loipfinger, editore di CharityWatch.de,  ha presentato denuncia per diffamazione e calunnia. La Procura sta indagando. 
Primavera 2010: Tutto è iniziato circa un anno fa con una mail circolare diffusa con cui Charitywatch.de venne diffamata ed offesa a livelli incredibili. Tra le altre cose v’era anche una minaccia: se Charitywatch.de non avesse subito smesso con il proprio lavoro, ci sarebbero state delle conseguenze. Persino la Procura e gli investigatori della Polizia criminale sono sconvolti sul contenuto perverso. A tutt’oggi non è ancora stato individuato chi ha scritto questa mail. Le indagini sono ancora in corso.

AFI (Animal Friends International). Sulla  Homepage di “sage-die-Wahrheit.de” (di la verità)  Harry Lermer, il responsabile del contenuto e redattore della pagina diffonde supposti intrallazzi di CharityWatch.de . Ivi si afferma che Stefan Loipfinger si finanzia per via di minacce e ricatti. Queste affermazioni, e tante altre, non corrispondono a verità. Le relazioni negative non sono mai basate solo ed esclusivamente dalla negazione di informazioni. L’attività di CharityWatch.de non si finanzia di supporti economici di associazioni protezionistiche. L’abbonamento proposto è indicato per i lettori i quali in futuro vogliono mandare aiuti sensati. Gli introiti degli abbonamenti non sono sufficienti  ora come ora  – e sicuramente sarà così anche in futuro -  a coprire le spese vive. Per le affermazioni fasulle riportate su  sage-die-Wahrheit.de è stata inoltrata denuncia presso la Procura. Inoltre, nell’Impressum, Harry Lermer afferma di non rappresentare più interessi associativi e che da anni non è più attivo per  alcuna associazione (ndt animalista). Stà di fatto invece che insieme alla moglie, Erika Lermer ed altre persone di sua fiducia nel 2008 ha fondato l’associazione Animal Friend International, che è proprietario della pagina Internet  sage-die-Wahrheit.de! La presidente è Martina Klein ed è registrata presso la sede del registro dei domini denic come la responsabile amministrativa della pagina internet diffamatoria ! Martina Klein inoltre è nel direttivo dell’assoc. Bund detuscher Tierfreunde. L’animalista molto contestato, Sigurd Tenbieg è anche lui nei direttivi delle due associazioni menzionate. Erika Lermer incassa , con la sua agenzia pubblicitaria “DDM Dialog Direkt Marketing”, gran parte delle quote dei soci che l’assoc. Bund deutscher Tierfreunde dovrebbe invece utilizzare a favore della protezione animale. La ditta DDM si chiamava in precedenza Agenzia pubblicitaria HL e non riportava solamente le iniziali di Harry Lermer, bensì era anche di sua proprietà. 
  • Collaboratori.Poche settimane fà sono comparse una certa  eine Inga Pahle ed un Richard Schulz . Entrambi pare esistano solo sotto forma di un indirizzo mail ed in modo virtuale ( p.es. su Facebook) . Hanno dato vita ad alcuni forum e diffamano non soltanto CharityWatche.de bensì anche redattori di importanti riviste e di stampa giuridica rinomata. 
  • Se un giornalista è dalla parte delle relazioni di Charitywatch.de lui/lei vengono messi in cattiva luce con affermazioni diffamatorie presso i loro direttori. Questa pressione deve loro servire affinché in futuro i media neutrali non menzionino più le ricerche effettuate da CharityWatch.de. Migliaia di mails diffamatorie riportano alla pagina Internet di Lermer, Pahle, Schulz e Folko Niebelschuetz. Niebelschuetz era nel direttivo di Arche 2000 Tierhilfe aktiv e V di Amburgo.. Oggi dirige l’associazione Charity fuer Tiere e V, che ha il divieto di raccogliere fondi nel Reno-Palatinato. La DDA che purtroppo è responsabile solo per il Reno-Palatinato ha “dubbi che le offerte raccolte vengano utilizzati per quanto previsto nello statuto” Purtroppo nelle altre regioni/Land della Rep. Federale tedesca l’utilizzo delle offerte non viene controllato.Solo la Guardia di Finanza controlla se almeno la metà delle offerte raccolte viene utilizzata per gli scopi previsti nello statuto delle associazioni.  Purtroppo  il lavoro di PR  viene spesso considerato come “corrispondente allo statuto” e da chi osserva,  ne fa parte anche la pubblicità. Ma chi fa offerte preferisce di certo che finiscano direttamente nelle  mani di coloro che hanno bisogno, piuttosto che nelle tasche di agenzie pubblicitarie.  
Sfruttare l’occasione per giustificare le proprie mancanze. Poichè nel frattempo ci sono oltre 120 organizzazioni nell’elenco delle strutture non consigliate, CharityWatch.de ha molti nemici. Alcuni tramite la campagna diffamatoria trovano delle scusanti per la valutazione negativa avuta, mentre altri trovano le scuse per nascondere le loro magagne. Solidarizzano con i diffamatori perché i soldi dei loro soci ed offerenti vengono mandati sempre di più ad associazioni più serie. CharityWatch.de deve essere screditata direttamente, per evitare che la gente si rivolga piuttosto ad organizzazioni trasparenti e serie. 
Lodi. Chi si loda si imbroda. Tuttavia troviamo a questo punto, giustificato e necessario indicare almeno alcune delle tante valutazioni positive di altri – quasi come contropeso alle innumerevoli accuse. Il giornale Sueddeutsche Zeitung ha lodato nel febbraio 2010 il lavoro di CharityWatch.de, editore Stefan Loipfinger, dedicandogli più di mezza pagina di giornale. Un paio di settimane dopo è seguito un articolo sul Financial Times Detuschland  di un’intera pagina. La FAZ am Sonntag, Boerse Online, Private Wealth, Netecco, la Apotheken-Umschau e persino Finanztest e Test della Stiftung Warentest (Fondazione Test prodotti) hanno consigliato ai lettori di leggere CharityWatch.de. La Polizia di Schleswig-Holstein consiglia, in una circolare riguardante la lotta alle persone poco serie che raccolgono fondi, di leggere il sito CharityWatch.de. Si ripetono interviste sul diritto pubblico che vengono trasmesse nelle radio ed in TV. Nessuno ha mai ricevuto un Euro – come invece asseriscono i diffamatori. A questo punto il team di CharityWatch.de si scusa con tutti coloro che sono stati denunciati dai diffamatori. D’altra parte ciò è anche indice di credibilità di CharityWatch.de. Chi ha la coscienza pulita non ha bisogno di questo tipo di campagne – sicuramente anche dispendiose - - per suscitare interesse.  
Giudizio di CW-. Decine di migliaia (!) di Mails, centinaia di commenti nei forum e diverse pagine internet create appositamente rendono insicuri non solo i lettori di CharityWatch. Ma la lotta contro l’uso indebito delle offerte è importante. I cittadini devono potersi fare un’idea propria della organizzazioni che prestano aiuti. Ciò può essere fatto solamente visionando i bilanci, su fatti pubblici quindi. Se i diffamatori mettono in discussione il diritto di porre domande sull’utilizzo delle offerte raccolte è in profondo contrasto con la trasparenza che deve garantire un’ organizzazione seria. Difatti già qui i diffamatori e le associazioni ciriticate si delimitano dalla parte seria del settore. Più gente legge CharityWatch.de maggiore è la possibilità che i soldi arrivano dove  verrà fatto veramente qualcosa di buono. 

ORIGINALE
04.02.2011 von Stefan Loipfinger
In eigener Sache
Massive Verleumdungskampagne
Wie viele unserer Leser feststellen mussten, läuft gegen CharityWatch.de seit längerer Zeit eine Verleumdungskampagne. In den vergangenen Wochen hat sich die Situation nun so stark verschlimmert, dass nicht nur Mitarbeiter von CharityWatch.de betroffen sind. Auch über Redakteure namhafter Magazine sowie von öffentlich-rechtlichen Medien werden Ruf und Beruf schädigende Lügen verbreitet, nur weil sie CharityWatch.de zitierten oder empfohlen. Jetzt hat Stefan Loipfinger, Herausgeber von CharityWatch.de, Anzeige wegen Verleumdung und übler Nachrede erstattet. Die Staatsanwaltschaft ist dabei, den Fall zu prüfen.
Frühjahr 2010. Es begann mit einer großflächig verbreiteten e-Mail vor etwa einem Jahr, in der das Team von CharityWatch.de auf unterstem Niveau verleumdet und beleidigt wurde. Zudem war eine Drohung enthalten, dass es Konsequenzen gäbe, sollte CharityWatch.de seine Arbeit nicht sofort einstellen. Selbst die Kriminalbeamten und die Staatsanwaltschaft zeigten sich über den perversen Inhalt entsetzt. Bisher konnte der Urheber der e-Mail nicht ermittelt werden. Die Ermittlungen sind jedoch noch nicht abgeschlossen.

AFI. Auf der Homepage sage-die-Wahrheit.de veröffentlicht Harry Lermer, der Verantwortliche für Inhalt und Redaktion, angebliche Machenschaften von CharityWatch.de. Sinngemäß wird behauptet, Stefan Loipfinger finanziere sich durch Drohungen und Erpressung. Das entspricht, wie vieles andere, nicht der Wahrheit. Negative Berichterstattungen gründen niemals einzig auf Auskunftsverweigerung. Finanziert wurde und wird der Betrieb von CharityWatch.de in keinem Fall durch die finanzielle Unterstützung von Hilfsorganisationen. Das angebotene Abonnement wendet sich an interessierte Leser, die ihre Spenden in Zukunft sinnvoll verwenden möchten. Die Einnahmen aus den Abonnements reichen derzeit nicht aus – und das bleibt auch sicher auf absehbare Zeit so – um die anfallenden Kosten zu decken.
Die falschen Behauptungen auf sage-die-Wahrheit.de wurden bei der Staatsanwaltschaft zur Anzeige gebracht. Im übrigen behauptet Harry Lermer im Impressum, keine Vereinsinteressen mehr zu vertreten und seit Jahren für keinen Verein mehr tätig zu sein. Tatsache ist: zusammen mit seiner Ehefrau Erika Lermer und anderen ihm gut vertrauten Menschen gründete er 2008 den Verein Animal Friends International, der Domaininhaber von sage-die-Wahrheit.de ist! Die Vorstandsvorsitzende Martina Klein ist als administrative Ansprechpartnerin der Verleumdungshomepage bei der zentralen Registrierungsstelle denic eingetragen. Martina Klein findet sich zudem als Vorstandsvorsitzende beim Bund deutscher Tierfreunde. Der umstrittene Tierschützer Sigurd Tenbieg ist ebenfalls bei beiden Vereinen im Vorstand. Erika Lermer kassiert mit der Werbeagentur „DDM Dialog Direkt Marketing“ erhebliche Teile der Mitgliedsbeiträge, die der Bund deutscher Tierfreunde eigentlich für Tierschutz verwenden sollte. Die DDM hieß früher HL Werbeagentur und trug nicht nur die Initialen von Harry Lermer, sie gehörte ihm auch.
Mitstreiter. Vor einigen Wochen tauchten eine Inga Pahle und ein Richard Schulz auf. Beide scheinen nur in Form einer web.de-Mailadresse und anderen virtuellen Erscheinungsformen (facebook) zu existieren. Sie gründeten eigene Foren und verleumden darauf nicht nur CharityWatch.de, sondern auch Redakteure renommierter Magazine und öffentlich-rechtlicher Medien. Will eine Journalistin/ein Journalist die positive Berichterstattung über CharityWatch.de nicht überdenken, wird sie/er bei den Vorgesetzten mit unwahren Behauptungen in ein schlechtes Licht gesetzt. Dieser Druck soll dazu führen, dass neutrale Medien künftig nicht mehr auf Recherchen von CharityWatch.de zurück greifen. Tausende von diffamierenden Mails verweisen auf die Internetseiten von Lermer, Pahle, Schulz und Folko Niebelschütz. Niebelschütz war Vorstand bei Arche 2000 Tierhilfe aktiv e.V. aus Hamburg. Heute leitet er den Verein Charity für Tiere e.V., der in Rheinland-Pfalz mit einem Sammlungsverbot belegt ist. Die ADD Aufsichts- und Dienstleistungsdirektion, die leider nur für Rheinland-Pfalz zuständig ist, hat „Zweifel an einer satzungsgemäßen Verwendung der Spendengelder“. In anderen Bundesländern wird die Spendenverwendung leider nicht entsprechend geprüft. Nur die Finanzämter prüfen, ob mehr als die Hälfte der Ausgaben in satzungsgemäße Zwecke fließen. Leider ist die Trennung zwischen Öffentlichkeitsarbeit, meist als „satzungsgemäß“ zugelassen, und Werbung vom Auge des Betrachters abhängig. Der Spender jedoch will sein Geld sicher lieber in den Händen der direkt Hilfsbedürftigen sehen, als in den Taschen einer Werbeagentur.
Trittbrettfahrer. Da mittlerweile mehr als 120 Organisationen auf der Warnliste für nicht empfehlenswerte Einrichtungen zu finden sind, gibt es viele Gegner von CharityWatch.de. Einige sehen in den Verleumdungen gute Entschuldigungen für ihre schlechte Bewertung oder nutzen sie, um ihre Missstände zu verschleiern. Sie solidarisieren sich mit den Verleumdern, weil das Geld ihrer Mitglieder und Spender nun vermehrt seriösen Vereinen zu Gute kommt und nicht mehr für ihre zweifelhaften Verwendungszwecke zur Verfügung steht. CharityWatch.de soll diskreditiert werden, um die Hinführung zu transparenten und ehrlichen Organisationen zu behindern.
Lob. Eigenlob ist Eitelkeit. Trotzdem erscheint es berechtigt und notwendig wenigstens auf einige der zahlreichen positiven Einschätzungen Anderer hinzuweisen – sozusagen als Gegengewicht zu den zahlreichen Vorwürfen. Die Süddeutsche Zeitung lobte im Februar 2010 die Arbeit von CharityWatch.de Herausgeber Stefan Loipfinger auf über einer halben Seite. Einige Wochen später folgte ein Bericht in der Financial Times Deutschland auf einer ganzen Seite. Die FAZ am Sonntag, Börse Online, Private Wealth, Netecco, die Apotheken-Umschau und sogar Finanztest sowie Test von Stiftung Warentest empfahlen Spendern, CharityWatch.de zu lesen. Die Polizei in Schleswig Holstein empfiehlt CharityWatch.de in einem Rundschreiben zum Kampf gegen unseriöse Spendensammler. Und immer wieder führen öffentlich-rechtliche Rundfunkanstalten Radio- und Fernsehinterviews durch. Niemand bekam je auch nur einen einzigen Euro – wie von den Verleumdern behauptet. Für die Unannehmlichkeiten möchte sich das CharityWatch-Team an dieser Stelle bei allen entschuldigen, die von den Verleumdern denunziert wurden. Andererseits ist das auch ein Beweis für die Glaubwürdigkeit von CharityWatch.de. Denn wer ein reines Gewissen hat, muss keine solchen - sicher kostspieligen – Kampagnen durchführen, um gehört zu werden.
CW-Meinung. Zehntausende (!) Mails, Hunderte von Forumseinträgen und mehrere eigens gegründete Internetseiten verunsichern nicht nur die Leser von CharityWatch. Doch der Kampf gegen Spendenmissbrauch ist wichtig. Die Bevölkerung muss sich zu Hilfsorganisationen eine eigene Meinung bilden können. Das geht nur über Einsicht in die Finanzzahlen, also über veröffentlichte Fakten. Stellen die Verleumder die Berechtigung von Fragen nach der Verwendung der Spendengelder also in Abrede, dann steht das im krassen Widerspruch zu den Transparenzbekundungen jeder seriösen Organisation. Schon dadurch grenzen sich die Verleumder und die kritisierten Vereine vom seriösen Teil der Branche ab. Je mehr Menschen CharityWatch.de lesen, desto mehr Geld wird dort ankommen, wo es wirklich Gutes bewirkt!