Su facebook il seguente stato, pubblicato tradotto (qui):
Attenzione – per i proprietari di cani: la nuova truffa dei trafficanti di animali.
È spaventoso quanti trafficanti e presunti “animalisti” si arricchiscano a spese degli animali.
Attualmente abbiamo a che fare con un modello particolarmente spregevole di traffico di animali che utilizza situazioni d’emergenza sfruttando scaltramente la difficoltà del proprietario, utilizzando bugie, pressioni e truffe per prenderegratuitamente un animale.
In dettaglio funziona così: il trafficante chiede su forum in rete, portali di inserzioni e giornali locali, persone che vogliono o che devono dare via il proprio animale. Ovviamente per pochi soldi o per niente. I cani giovani, piccoli o di taglia media e di buon carattere sono i preferiti, ma questo tipo di traffico interessa tutti gli animali. Quindi il trafficante prende un contatto telefonico presentandosi come un privato, finge interesse al cane, inventa una storia compassionevole (il mio ultimo cane gli assomigliava molto ecc.) e prende un appuntamento. A volte viene coinvolta anche una terza persona che crede di fare del bene.
La recita compassionevole continua: il cane mi piace così tanto e guardate come gli piaccio io. Se il cane viene ceduto gratuitamente ed il proprietario non ha preparato un contratto, la recita si chiude, il cane viene impacchettato (con trasportino, cibo, guinzaglio e anche un giochino “perché deve sentirsi come a casa”) e portato dal trafficante in un luogo di raccolta. Ma non è finita.
Se il cane viene ceduto per un prezzo, il trafficante inizia a piangere. Sì lo pagherebbe anche subito ma purtroppo: a) tutti i suoi risparmi sono stati spesi per l'operazione del suo ultimo cane b) spende tutti i suoi soldi in progetti caritatevoli ed è poverissima c) ha già un cane molto malato che le costa tutto lo stipendio d) nel suo tempo libero dà da mangiare a 99 gatti randagi e per questo fa anche la cameriera alla sera. Oppure viene raccontata una storia “comprovata” da fotografie (… guardate, lui era il mio vecchio Fido…). Queste storie, più o meno fantasiose, hanno due caratteristiche in comune:sono tremendamente compassionevoli e completamente inventate.
L’atto finale recita generalmente così: “D’altronde è importante che il cane stia bene. I soldi non contano vero?
Il proprietario del cane spesso cede a tale argomentazione e il povero cane passa dalla cuccia calda alle grinfie deltrafficante. Il seguito è spesso una gabbia ben lontana dagli standard minimi imposti dalla legge e la vendita a una persona qualsiasi per 250 euro e senza controlli.
Questa è proprio l’ultima cosa che un proprietario che deve dare via il suo cane desidera per l’animale. In questo caso, il cane è stato tenuto in una gabbia nonostante alla ex-proprietaria fosse stato assicurato che il cane sarebbe andato in una famiglia della quale sarebbero stati comunicati i contatti. Ovviamente alla ex-proprietaria non è stato detto che il cane sarebbe stato venduto immediatamente, non vaccinato, per 250 euro.
Un’altra caratteristica di questo modello d'azione è che l’”animalista” evita di fornire informazioni su di sé e che non propone contratti. Per questo è molto difficile riavere gli animali da queste persone.
Indirizzi, numeri di telefono e addirittura i cognomi vengono nascosti. Ciò rende ancora più difficile seguire questi traffici e l’affidamento del cane trafugato avviene spesso senza controllo delle autorità veterinarie del posto. Che in questi casi non via sia un partita IVA, una perizia, un registro e che i cani vengano spessi ceduti non vaccinati e malati va da sé. Si sentono spesso commenti del tipo “ritengo che le vaccinazioni per i cani non abbiano senso, fanno più male che bene” e in ogni caso costa molto di meno.
Per questo, cari proprietari di animali che dovete dare via un cane, un gatto o un cavallo, osservate tali regole:
1. stipulare sempre un contratto di affido dell’animale con diritto di controllo. 2. Annotare i dati della persona che preleva l'animale e controllarne la veridicità. 3. Svolgere sempre un controllo in loco. 4. Escludere categoricamente che la persona che preleva l’animale possa affidarlo ad altri. 5. Fare attenzione alle persone che posseggono tanti animali, spesso i trafficanti sono anche Animal Hoarder. 6. Accettate un prezzo. 7. Se avete dubbi, parlate con un’associazione animalista locale seria e chiedete il suo supporto. Spesso possono fornirvi i documenti necessari per un affido.
Però: se l’ex-proprietario riesce a riavere il suo animale, spesso vi sono minacce e offese che riflettono perfettamente il livello dei trafficanti che non hanno niente a che fare con persone civili e amanti degli animali. Cito un caso attuale:
Il volontario dell’associazione per la protezione degli animali vengono chiamati “troia” e “pezzo di merda”, la ex proprietaria viene offesa e minacciata:
"sei una vacca che ha cercato di dare via il suo cane, lo hai preso in modo illegale da xx ... asociale ...!!!!" [sic]
Si è molto in basso. (text, bildbearbeitung: uwe holtz)
La traduzione di quanto è pubblicato in fb, termina qui.
Punti in comune tra il comportamento di questi trafficanti e di quelli responsabili dell'olocausto dei nostri randagi
Considerando i cittadini italiani quali proprietari previo il pagamento di tasse, dei randagi sia liberi sul territorio che ospitati nei canili, questi subiscono la cessione dei propri animali a presunte associazioni animaliste (generalmente tanto arroganti quanto poco trasparenti) che poi li cedono a loro discrezione ad altrettanto presunte associazioni animaliste straniere, che pare abbiano la sola caratteristica di venderli senza mai dire a chi.
Cercando di fare un ritratto degli "animalisti stranieri" o trafficanti chiamandoli come nell'articolo tradotto, il protocollo che seguono per avere merce italiana (i nostri cani e i nostri gatti) è assolutamente identico a quello riservato ai privati, descritto sopra.
1) Sempre è usata la strategia dell'interesse per il povero animale che deve essere "salvato", prima di ogni cosa "svuotando" i canili come ogni altro punto di possibile raccolta e inviandolo successivamente all'estero, dove se ne perde ogni traccia.
2) Non pagare la merce
3) Arrivati in terra straniera, la presunta adozione si risolve nel raccoglierli da qualche parte, mai viene detto dove e da chi, ma questa operazione di raccolta e stallo è sempre venduta con grande arroganza, come "salvezza" da un territorio di barbari per essere posizionati in splendide "case/famiglia".
4) Le foto come unica indicazione del salvataggio, naturalmente senza alcuna indicazione che le convalidi se non il racconto di chi deve vendere la merce.
5) "l'animalista o gruppo animalista" non dà mai reali indicazioni su di sè, ovvero ad esempio documenti ciò che ha fatto, dove sia rintracciabile e dove lo siano gli animali passati nelle sue mani. Ogni elemento è sempre censurato: nomi, indirizzi, telefoni, certificati veterinari se mai ne esistono (dubito fortemente). La sola parola che conoscono e usano oltre agli insulti è: privacy. Tutto è privacy e mai nessun documento a prova dei racconti, lecito quindi considerarli falsi.
6) Insultare e minacciare chi osi chiedere a chi siano stati venduti i cani e i gatti deportati e confermo che su questo non ci sono limiti, e che sono ben supportati da chi in loco con loro collabora, abituati a mentire, insultare e diffamare, ma si sà, per denaro, questo ed altro....
Cercando di fare un ritratto degli "animalisti stranieri" o trafficanti chiamandoli come nell'articolo tradotto, il protocollo che seguono per avere merce italiana (i nostri cani e i nostri gatti) è assolutamente identico a quello riservato ai privati, descritto sopra.
1) Sempre è usata la strategia dell'interesse per il povero animale che deve essere "salvato", prima di ogni cosa "svuotando" i canili come ogni altro punto di possibile raccolta e inviandolo successivamente all'estero, dove se ne perde ogni traccia.
2) Non pagare la merce
3) Arrivati in terra straniera, la presunta adozione si risolve nel raccoglierli da qualche parte, mai viene detto dove e da chi, ma questa operazione di raccolta e stallo è sempre venduta con grande arroganza, come "salvezza" da un territorio di barbari per essere posizionati in splendide "case/famiglia".
4) Le foto come unica indicazione del salvataggio, naturalmente senza alcuna indicazione che le convalidi se non il racconto di chi deve vendere la merce.
5) "l'animalista o gruppo animalista" non dà mai reali indicazioni su di sè, ovvero ad esempio documenti ciò che ha fatto, dove sia rintracciabile e dove lo siano gli animali passati nelle sue mani. Ogni elemento è sempre censurato: nomi, indirizzi, telefoni, certificati veterinari se mai ne esistono (dubito fortemente). La sola parola che conoscono e usano oltre agli insulti è: privacy. Tutto è privacy e mai nessun documento a prova dei racconti, lecito quindi considerarli falsi.
6) Insultare e minacciare chi osi chiedere a chi siano stati venduti i cani e i gatti deportati e confermo che su questo non ci sono limiti, e che sono ben supportati da chi in loco con loro collabora, abituati a mentire, insultare e diffamare, ma si sà, per denaro, questo ed altro....
Nell'articolo sopra viene scritto: 1. stipulare sempre un contratto di affido dell’animale con diritto di controllo. 2. Annotare i dati della persona che preleva l'animale e controllarne la veridicità. 3. Svolgere sempre un controllo in loco. 4. Escludere categoricamente che la persona che preleva l’animale possa affidarlo ad altri.( Questa è la regola per i nostri randagi che sono sempre ceduti a terzi, e naturalmente non noti!!) 5. Fare attenzione alle persone che posseggono tanti animali, spesso i trafficanti sono anche Animal Hoarder. 6. Accettate un prezzo
Sarebbe interessante sapere se almeno ad uno di questi elementi che corrispondono in parte ad obblighi di legge, i sindaci e le asl, responsabili dei nostri randagi, hanno fatto appello prima di autorizzarne la partenza.
Gli animali ceduti, hanno un contratto di affido che stabilisca il diritto di controllo nel tempo? Oppure hanno i dati dell'adottante CHE NON DEVE CEDERLO A TERZI? Hanno garanzia di poter fare un controllo in loco? (Naturalmente non le presunte "associazioni" in causa ma impiegati delle asl o della polizia, autorizzati ai controlli ed a testimoniarne l'esito con documenti firmati, di cui possano essere chiamati a rispondere). Hanno accesso al registro di carico e scarico che "l'organizzazione animalista" PER LEGGE deve avere? Hanno il contratto di cessione dei nostri randagi stipulato da questi presunti animalisti con terzi? NO, certamente NO perchè tutto è garantito sul nulla, o meglio sulla fiducia(?) verso chi niente dimostra ma tanto racconta. E per fortuna che la legge e d i suoi rappresentanti dovrebbero proteggerli.
Se tutto questo orrore, protetto da una censura mafiosa che permette la sparizione di un numero incalcolabile di nostri animali lo si vuole chiamare carità, perche i soldi se li tengono e in cosa consisterebbe la "buona azione"? Che sia la costante e reiterata diffamazione dei cittadini italiani, sviliti tutti a sadici mafiosi, incuranti dei loro animali? Diffamazione destinata a dare supporto a inaccettabili e irresponsabili deportazioni che diversamente non si saprebbe proprio come giustificare. Alla FALSA carità serve un alibi anche se FALSO, di vero e certo resta quindi solo una cosa, IL GUADAGNO DEI TRAFFICANTI E NON LA SALVEZZA DEGLI ANIMALI, DI QUESTI NIENTE E' DATO SAPERE e ricordiamoci che se osiamo chiedere di loro, diventiamo oltre che mafiosi, pazze, troie, asociali, visionarie, pezzi di merda e molto altro.....
Un esempio tra i moltissimi (qui)
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