Responsabile di questo trasporto è HUNDEHILFE POLONIA, dei cani italiani si "occupa" HUNDEHILFE ITALIA.
{TS-Kritik}
La protesta degli animalisti e dei cinofili polacchi contro i trasportatori tedeschi di cani, ricomincia.
Doggennetz.de ne ha già parlato due anni fa (Aua316, Aua317, Aua320, Aua341, Aua369, Aua372).
Le “organizzazioni per la protezione animali” tedesche non cercano il colloquio con i colleghi polacchi. La discussione ha toni accesi. Dopo lo scandalo di un cane che è stato salvato all’ultimo minuto dal suo proprietario polacco dall’esportazione in Germania, le tensioni sono tante.
Le critiche polacche sono rivolte particolarmente contro Hundehilfe Polen che, sul suo sito Internet, pubblica un articolo sulle controversie con il titolo tendenzioso "Bugie e diffamazionin".
Molto interessante è la spiegazione ufficiale del veterinario polacco che parla, documentatamente, delle condizioni di vita dei cani polacchi in Germania.
I responsabili dell’associazione hanno deciso di indagare personalmente sulle condizioni di trasporto durato dal 30 maggio al 1° giugno (3 giorni!!!) dati i trascorsi conflitti la "animalista" polacca Aniela.
Aniela è un’animalista esperta e conosciuta di Varsavia. È in grado di presentare successi e organizza sterilizzazioni a livello nazionale a cui partecipano sempre più veterinari polacchi e cliniche veterinarie polacche.
Gli animalisti polacchi si sono rivolti alla redazione DN perché avevano paura di una farsa. In seguito all'esame di risultati di ricerche del passato sono stati tranquillizzati. Con molta sicurezza si poteva presupporre che non si trattasse di un trasporto in regola e rispettoso degli animali.
DN pubblica le foto, senza commenti, del trasporto. Le associazioni e i canili tedeschi che prelevano cani da questo trasporto sono pregati di guardarle.
Segue un ulteriore articolo.
Tutte le foto sono state scattate all’ultimo trasporto di Hundehilfe Polen dal 30 maggio al 1° giugno 2013.
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Qui termina l'articolo di Karin Burger
Augurandomi che tutto questo serva a profonde meditazioni, ricordo che i cani di tutta Europa sono deportati sistematicamente in Germania (e non solo) in numero incalcolabile. Vanno in un Paese dove non esiste anagrafe canina nazionale, dove sono oggetto di commercio, dove le organizzazioni animaliste possono venderli ai laboratori e dove è lecito sparargli ad una certa distanza dall'abitato (oltre alla pratica della zooerastia). La legge sulla zooerastia in Germania è cambiata da alcuni mesi, ma temo che non altrettanto rapidamente siano modificate consolidate abitudini e ad ora, non mi risultano denunce in essere per gli amanti di tale pratica. Bisogna quindi dedurre che comportamenti di abuso da decenni leciti, siano stati miracolosamente abbandonati appena lo Stato ha legiferato in tal senso.(!) Facile da credere, come è facile credere che tutti gli animali deportati trovino accudenti famiglie e vivano sereni ed amati. Trasporti come questo, dimostrano infatti quale attenzione ed amorevoli cure siano date alle vittime, ed il viaggio (questo è durato 3 giorni!) è spesso solo l'inizio del percorso verso il buio, dove risulta impossibile sapere a chi siano venduti i nostri randagi, ma certo resta sempre il loro prezzo di vendita. Dove non c'è trasparenza è doveroso pensare ci sia dolo. Ripeto all'infinito la solita domanda che cade nel vuoto da anni: dopo questi viaggi terrificanti, a chi sono venduti i nostri randagi? A chi sono venduti i randagi di tutti i Paesi fornitori di merce? Perchè gli animali non si trattano in questo modo, questa è MERCE.
Alma Galli M.A.R.E.
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