C'era una volta, là/ dalle parti di Chissà,/ il paese dei bugiardi./ In quel paese nessuno/ diceva la verità,/ non chiamavano col suo nome/ nemmeno la cicoria:/ la bugia era obbligatoria./ Quando spuntava il sole/ c'era subito uno pronto/ a dire: "Che bel tramonto!"/ Di sera, se la luna/ faceva più chiaro/ di un faro,/ si lagnava la gente:/ "Ohibò, che notte bruna,/ non ci si vede niente"./ Se ridevi ti compativano:/ "Poveraccio, peccato,/ che gli sarà mai capitato/ di male?"/ Se piangevi: "Che tipo originale,/ sempre allegro, sempre in festa./ Deve avere i milioni nella testa"./ Chiamavano acqua il vino,/ seggiola il tavolino/ e tutte le parole/ le rovesciavano per benino./ Fare diverso non era permesso,/ ma c'erano tanto abituati/ che si capivano lo stesso. / Un giorno in quel paese/ capitò un povero ometto/ che il codice dei bugiardi/ non l'aveva mai letto,/ e senza tanti riguardi/ se ne andava intorno/ chiamando giorno il giorno/ e pera la pera,/ e non diceva una parola/ che non fosse vera. / Dall'oggi al domani/ lo fecero pigliare/ dall'acchiappacani/ e chiudere al manicomio./ "E' matto da legare:/ dice sempre la verità"./ "Ma no, ma via, ma và ..."/ "Parola d'onore:/ è un caso interessante,/ verranno da distante/ cinquecento e un professore/ per studiargli il cervello ..."/ La strana malattia/ fu descritta in trentatre puntate/ sulla "Gazzetta della bugia"./ Infine per contentare/ la curiosità popolare/ l'Uomo-che-diceva-la-verità/ fu esposto a pagamento/ nel "giardino zoo-illogico"/ (anche quel nome avevano rovesciato ...)/ in una gabbia di cemento armato./ Figurarsi la ressa./ Ma questo non interessa./ Cosa più sbalorditiva,/ la malattia si rivelò infettiva, / e un po' alla volta in tutta la città/ si diffuse il bacillo/ della verità./ Dottori, poliziotti, autorità/ tentarono il possibile/ per frenare l'epidemia./ Macché, niente da fare./ Dal più vecchio al più piccolino/ la gente ormai diceva/ pane al pane, vino al vino,/ bianco al bianco, nero al nero:/ liberò il prigioniero,/ lo elesse presidente,/ e chi non mi crede/ non ha capito niente.


(Gianni Rodari, Il paese dei bugiardi, Le favole a rovescio).

giovedì 20 dicembre 2012

COMUNE DI SASSARI E PROTIER: A CHI SONO VENDUTI I RANDAGI ITALIANI?

Avendo creato il caso,  come da copione le offerte riguardanti Remi sono magicamente sparite tutte da internet. Chissà se ci narreranno di una splendida adozione, e invieranno foto di lui steso su un divano magari in compagnia di un bel bambino biondo a cui Remi avrà amputato qualche piccolo dito o almeno qualche falange delle innocenti dita?  Si perchè  risulta dal documento riportante la valutazione di Remi della Dr.ssa Marge Cannas, essere il poveretto un cane mordace
Comportamento questo peraltro pubblicamente negato da chi il cane lo ha conosciuto e  MAI dichiarato in nessuna proposta di vendita.
Ripropongo le pagine atte a cercare adozione a Remi, così che non se ne perda la memoria. Pubblicazioni che testimoniano nella loro copiosità, che Remi ERA IN CERCA DI ADOZIONE Erano in rete fino al 18 dicembre.
ancora
e ancora
su FB oltre a Pro Tier, pubblicato anche su questa pagina

A questo punto Remi è nelle mani  di Pro Tier che incurante del reale benessere del cane, ha preteso per contratto (275 euro !!) di deportarlo in Germania, col consenso di chi sul posto doveva tutelarlo e lo ha invece permesso.

DELIBERA

La regolarità di questa convenzione mi auguro sia oggetto di attenzione da parte della magistratura. 
Mi auguro che ai contraenti l'accordo, sia chiesto di  documentare la sorte dei cani attraverso certificati veterinari e verbali di polizia delle regioni dove i cani risulterebbero adottati. 
Mi auguro inoltre che Pro Tier e V. esplichi tali pratiche con la massima sollecitudine e trasparenza, senza bisogno di alcuna pressione ma considerandolo un comportamento  normale  e doveroso sia della trasparenza dovuta a tutela dei cani secondo la legge italiana,  sia come forma di rispetto dei diritti dei cittadini italiani, perchè non abbia a ripetersi quanto già perpetrato  da Hhundepfoten in Not a danno dei cittadini italiani oltre che e soprattutto, degli animali (qui)

MOTIVAZIONE per cui Remi non è stato dato alla richiedente di Sassari: 1) quale sarebbe la richiesta di adozione già accolta? Remi era fino a18 c.m. pubblicato in vendita come tutti gli altri cani del canile comunale di Sassari  e come molti altri di Arzachena e di altri posti ancora. Ma ancora più interessante la dichiarazione che Remi ha bisogno di  supporto psicologico e sia mordace, allora mandarlo in Germania è veramente perfetto e metterlo in vendita senza chiarire questi problemi, ancora meglio.
ProTier vende su ebay e siti simili, un cane con problemi sanitari, caratteriali  e mordace e naturalmente garantisce anche una buona adozione....il tutto NON avvertendo MAI eventuali acquirenti di queste problematiche, almeno pubblicamente. Naturalmente tutto ciò per il bene di Remi al quale è stata rifiutata l'adozione in loco che gli avrebbe permesso di essere immediatamente accudito ed amato.
LA MOTIVAZIONE TRADOTTA: Betreff: Hund beim Hundenasyl des Gemeindes

In Antwort an Ihren Adoption Antrag für den Hund Remi, der beim Hundenasyl der Gemeinde war, von der Tier Erste Hilfe kommend, müssen wir Ihnen leider mitteilen dass Remi ein vorheriges Adoption Antrag bekommte und dieser Antrag wurde genehmigt.

Das Tier wurde misshandelt und braucht Pflege für die Hautabschürfungen auf dem ganzen Körper, es braucht psychologische Hilfe und Rehabilitation Schulungen denn es bissig geworden ist. Wir kümmern uns derzeit von dieser Sorge.



GIORNALE LA NUOVA SARDEGNA:
 LA TRATTA DEI CANI TUTTO REGOLARE(????): ProTier visita i canili della zona, sceglie i cani, il Comune provvede alle vaccinazioni (in precedenza i cittadini hanno provveduto a mantenimento, cure ecc.)  e se li fà inviare e chi li adotta paga una tassa. Questa frase è parte del racconto edulcorato e rassicurante pubblicato sul giornale  MA.....
Allora spiego: la tassa corrisponde a tutti gli effetti ad  una movimentazione di denaro che prevede UNA LICENZA DI COMMERCIO DI CANI E GATTI.  Sia la "tassa" nè tantomeno la licenza di commercio,  implicano, ALCUNA GARANZIA SULLA REALE SORTE DEI NOSTRI RANDAGI POSTI IN VENDITA. 
Il fatto di denìfire tassa una cifra stabilita e definita dal venditore (organizzazione animalista) non ne modifica la realtà che è e resta quella di VENDERE AD UN PREZZO STABILITO LA MERCE PROPOSTA e la questione è stata  oggetto di sentenze che confermano trattarsi di COMMERCIO (qui)
"Tre sentenze dei  tribunali, confermano che si tratta di commercio
Sul tema molto discusso della protezione animale effettuata all'estero  e del problema  delle importazioni di massa degli animali dagli altri paesi europei attraverso le organizzazioni animaliste, alla base ci si pone una domanda giuridica:  queste importazioni sono da considerare commercio o no? Poichè allo status di commercio sono collegati una miriade di altri aspetti  che sarebbero utili per un miglior controllo dei trasporti stessi.  Molti veterinari ignorano  la spinosa domanda che nasce  dai fatti che dimostrano che le associazioni animaliste agiscono come fosse un'attività  commerciale, in futuro però, per le Asl veterinarie,  non sarà più possibile ignorare questi comportamenti. Tre importanti sentenze delle ultime settimane confermano quanto gli osservatori sostengono da  lungo tempo: le associazioni animaliste che importano animali, fanno commercio."

"tassa protezione animali, per cui chi prende un cane arrivato dall'estero, deve pagare all'organizzazione animalista senza però avere i diritti della proprietà dell'animale. L'associazione animalista denunciante menziona  il procedimento di Schleswig  "gli incassi della tassa della protezione animale (...) servono di (..) in parte a permettere l'attività dell'associazione in altri ambiti e non solo a coprire le spese per l'animale portato in Germania, cosa  comprensibile, e che giustifica l'importo della tassa."  Nel caso in questione si tratta di 270 euro.  A differenza di ciò che dicono molti animalisti qui è dimostrato che con una tassa per la protezione animale di 270 euro, c'è comunque la finalità del  guadagno." 

 Tornando al breve trafiletto di presunta informazione sulla vicenda, si  accenna a cani ricoverati in canile da anni. Sono stati messi in vendita cuccioli di pochi mesi, erano da anni in canile anche quelli? (qui)
Nota pubblicata su facebook dal sindaco Gianfranco Garau che afferma: NESSUNA TRATTA DI ANIMALI
 Sig. Sindaco a fronte delle leggi e dei dati che pubblico da anni, sentire parlare di mail, di foto e di feste, di stalli e fattorie per bambini autistici  e cani forastici....complimenti, Lei mi ha lasciata senza parole!
Associazione QUA LA ZAMPA, citata nella nota sopra indicata(qui):

COME STANNO VERAMENTE LE COSE?
Ed ora alcuni ulteriori chiarimenti, insisto sperando di fare chiarezza e che questa serva a tutelare i nostri randagi.
Le organizzazioni animaliste tedesche che NON sono associazioni animaliste nel significato che in Italia è attribuito a tale definizione, sono organismi dotati per legge, se in regola, di una LICENZA DI VENDITA DI VERTEBRATI PER CUI UNA LICENZA CHE AUTORIZZA LA VENDITA DI CANI E GATTI OLTRE A CRICETI, FURETTI, UCCELLI, CAVALLI SCIMMIE E QUANT'ALTRO. Tali organizzazioni sono tenute a versare l'IVA superata una cifra di 17.500 euro di incasso (qui)
ANCHE LE ORGANIZZAZIONI ANIMALISTE PER LEGGE DEVONO AVERE LA LICENZA COME DA PARAGRAFO 11, COMMA 1 NO. 3 LETTERA B DELLA LEGGE SULLA PROTEZIONE ANIMALE, PER IL “COMMERCIO PROFESSIONALE DI ANIMALI 
se ne parla anche (qui): TASSAZIONE DI RIFUGI E COMMERCIANTI DI ANIMALI(cHIARO IL TERMINE COMMERCIANTI?).

E' spiegato anche come dei furbastri parlino di "donazioni" e come il non avere un proprio rifugio non impedisca il rispetto di tali norme, quindi smistare cani a destra e a manca in stalli disseminati ovunque non costituisce elemento di esonero da queste regole (Protier lo sa' di certo che le imprese commerciali devono pagare!)
tutte le importazioni di animali fatte da organizzazioni animaliste sono da considerare vera attività commerciale per cui sono da applicare (sono soggette) sia al paragrafo 4 della legge sulle zoonosi, sia alla direttiva EU 1/5 sul commercio. Queste importazioni commerciali con animali devono avere la licenza secondo il parag. 11 della legge sulla protezione animali tedesca. In particolar modo per la validità della direttiva sulle zoonosi nelle EU c'è un'altro criterio importante da rispettare e che renderebbe felici le richieste fatte da anni da parte di chi critica gli animalisti: il parag. 5 della legge sulle zoonosi impone la tenuta di un registro sugli animali importati e la loro destinazione. Nel registro devono essere indicati il giorno della cessione degli animali e il nome e l'indirizzo del ricevente. Questa documentazione che è la prova  della reale destinazione degli animali, deve essere presentata su richiesta alle autorità di competenza(asl veterinaria).In questo modo le autorità potrebbero esercitare un controllo e chiarire i dubbi di molte persone attente al destino degli animali importati dall'estero sul fatto che un numero elevato di questi sia destinato ai laboratori di vivisezione

Dei potenziali pericoli nascosti nella sigla "animalista", ho parlato (qui) dove persone della protezione animali tedesca mettono in guardia su quanto possa essere diversa la realtà dal racconto finalizzato al prelievo di animali in vari paesi. Non intendo indicare nessuna organizzazione in particolare, ma solo ricordare in quali reti si possa facimentecadere.
"Molti animalisti in Germania sono convinti che il commercio di animali sia gestito ormai  da organizzazioni mafiose. Con gli animali si possono guadagnare molti soldi.
Ci poniamo la domanda se l'amore degli importatori tedeschi per i cani all'estero è così grande come vogliono far credere, perche gli animalisti all'estero non ricevono gran parte dei soldi incassati  con le vendite degli animali, da utilizzare per le sterilizzazioni dei cani dell'Europa del sud e dell'est? allora si che non ci sarebbe  nessun Stray Dog Population Control Program, e in Germania non ci sarebbe il blocco delle adozioni nei rifugi sovraffollati.
Consigliamo agli animalisti dell' Europa del sud e dell'est, di  iniziare a rivedere il sistema attuale a cui partecipano come esportatori, ed i tedeschi  ugualmente come importatori, ed a fare qualcosa che cambi la situazione generale.
Una possibilità per gli animalisti e le organizzazione straniere sarebbe quella di collaborare solo con associazioni  tedesche che trasportano animali rispettando leggi europee sulla protezione animali e le zoonosi . Ciò significa: l'organizzazione tedesca deve essere conosciuta dalla Asl veterinaria tedesca di destino, deve essere registrata come da articolo 4 della legge europea sulle zoonosi, deve comunicare tutti i trasporti attraverso il sistema traces.  Solo se un'organizzazione animalista ha queste licenze, c è anche la possibilità almeno per le autorità, di chiedere dove siano finiti gli animali portati in Germania."


In Germania non esiste anagrafe canina obbligatoria. Esiste la TASSO che è un anagrafe privata e assolutamente facoltativa perciò quando un cane varca i confini tedeschi di fatto non “esiste“ più, inoltre non bisogna dimenticare che in Germania la legge contro il randagismo prevede la libertà di soppressione laddove i gestori o i privati decidano per l'eutanasia e questo indipendentemente dallo stato di salute ed età del cane, che le organizzazioni animaliste possono per legge vendere cani  e gatti ai laboratori, e ancora  che i cacciatori sono autorizzati ad abbattere gatti e cani laddove ve ne sia la necessità o la disposizione. Delle fattorie che noleggiano animali a scopo sessuale ho già detto.

Sul tema dell'eutanasia ed il trattamento di presunti cani mordaci ecco la storia di HANSI (QUI)
Associazione animalista di Bochum, Hattingen u. Umgebung e.V.
ATT. Responsabile rifugio Signora  XXXXXXXX
Kleinherbeder Str. 23
Bochum

Bochum, 13.03.2011
  
Gentile Signora  XXXXXXXX,
Scrivo questa lettera aperta, che è stata pubblicata sulla mia pagina Internet e che verrà inviata ad alcuni
Destinatari prescelti.
Le dò il consenso, cioé no, ne sarei contenta, di pubblicarla nella sua rivista “Noi e gli animali”
Come può capire, questa lettera riguarda il pastore Tedesco “Hansi” che si trova dal novembre 2009 nel suo rifugio. Da novembre 2009 ad Agosto 2010 questo cane ha vissuto nel suo rifugio senza contatti con persone, poiché nessuno aveva il coraggio di andare nel suo box. Nell’estate del 2010 Lei si è rivolta a me pregandomi di dare consigli per la gestione dei cani difficili, alle due addette Mercedes Schmidt e Kinga Rzytki . Il mio modo di lavorare, senza violenze, bensì con l’imposizione di alcuni criteri, lei lo conosceva già.  E’ dal 1993 che utilizzo con successo il mio metodo di rieducazione di cani molto difficili, senza l’uso di coercizioni ma con autorità..
Conobbi nel suo rifugio quindi “Hansi”. Hansi era un maschio di 4 anni, probabilmente non castrato (il cane da quando era nel rifugio non è mai stato fatto visitare da un veterinario) ed al quale nella sua vita nessuno gli aveva mai imposto dei limiti, nessuno gli aveva dato un ‘educazione.
Dopo che inizialmente avevo lavorato con lui dall’esterno della sua recinzione, sia la Sig.ra Schmidt che se ne prendeva cura, sia io potevamo toccarlo, si faceva mettere il guinzaglio ed accettava anche i limiti che gli imponevamo.
Il pastore tedesco “Hansi” era stato ceduto al rifugio dal proprietario con la scusante: Il cane morde. Ma stà di fatto che non esistono denunce da parte delle Autorità.
Lei è al corrente che un’adottante a distanza ha provveduto per 1 anno (da ottobre 2010) a pagare il cibo, io ho lavorato gratis con Hansi (facendo i conti, lavorando ca. 10 ore con lui aveva fatto dei passi da gigante). La sigra Schmidt le aveva comunicato che c’era la possibilità di spostare Hansi in un altro rifugio. Nonostante questi sviluppi positivi (o forse proprio per questo?), l’11.03.2011 Lei ha deciso di uccidere il pastore tedesco Hansi.

Questa decisione non l’accetto assolutamente. E’ triste ma vero. Ora che il cane era migliorato, è dovuto morire. Sono profondamente sconvolta perché dalle mie prime impressioni del mese di settembre 2010 , in 20 anni non è cambiato proprio nulla nella gestione del rifugio di Bochum.
Ho inoltre constato che nella decisione di sopprimere il cane, da parte del “comitato etico” non è stata esaudita una clausola formale.
Nella regolamentazione dei rifugi , del DTB ( deutcher Tierschutzbund- coordinamento della associazioni animaliste tedesche), di cui fa parte il rifugio di Bochum, al punto VIII, paragrafo 2 si legge:
“Se nonostante tutti i tentativi di terapie comportamentali l’animale non si abitua alla convivenza con persone ed animali e gli interventi di specialisti sono falliti, in questi casi eccezionali una commissione deve decidere per la soppressione”.
 
In questo caso le terapie comportamentali non sono state portate a termine. Da diverse settimane il pastore tedesco Hansi aveva fatto continui miglioramenti. Diversi tentativi di colloqui sono stati negati sia dalla gestione del rifugio sia dalla ASL veterinaria. I miglioramenti fatti dal cane sono comprovati da riprese filmate ed avrebbero potuto dare un valido apporto  nella decisione finale. Purtroppo anche questo non lo ha voluto sapere nessuno. A causa di questi sviluppi rifiuto qualsiasi ulteriore collaborazione sia con il rifugio di Bochum sia con le relative ASL veterinarie.  
Silvia

E di questi giorni (qui) EUTANASIA CONTROVERSA

La mia domanda è ovvia: a quale titolo si cedono animali della collettività, accuditi col denaro pubblico, a gruppi stranieri che ne fanno commercio?
I dati degli adottanti da chi sono verificabili e quindi come è garantita la  tracciabilità nel tempo, dei cani deportati?Chi garantisce per la loro tutela in un paese che non ha le leggi idonee per farlo e dove non è reato neppure venderli ai laboratori?
Aspetto fiduciosa con molti altri, chiarezza praticata attraverso documenti ufficiali redatti dagli organi preposti, per Remi e per tutti i cani deportati attraverso  da Pro Tier e V..
 Per concludere chiedo: nel caso spero remoto,  non accadesse di ricevere le dovute informazioni,  e nel caso che spero ancora più remoto questo preoccupante connubbio tra il canile comunale di Sassari e ProTier e V. continuasse  e senza la dovuta trasparenza, i cittadini che pagano per il loro accudimento e li vedono svanire nel nulla, avranno il permesso di parlare di TRAFFICI DI RANDAGI ITALIANI ? O NO?
 


Alma Galli

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