C'era una volta, là/ dalle parti di Chissà,/ il paese dei bugiardi./ In quel paese nessuno/ diceva la verità,/ non chiamavano col suo nome/ nemmeno la cicoria:/ la bugia era obbligatoria./ Quando spuntava il sole/ c'era subito uno pronto/ a dire: "Che bel tramonto!"/ Di sera, se la luna/ faceva più chiaro/ di un faro,/ si lagnava la gente:/ "Ohibò, che notte bruna,/ non ci si vede niente"./ Se ridevi ti compativano:/ "Poveraccio, peccato,/ che gli sarà mai capitato/ di male?"/ Se piangevi: "Che tipo originale,/ sempre allegro, sempre in festa./ Deve avere i milioni nella testa"./ Chiamavano acqua il vino,/ seggiola il tavolino/ e tutte le parole/ le rovesciavano per benino./ Fare diverso non era permesso,/ ma c'erano tanto abituati/ che si capivano lo stesso. / Un giorno in quel paese/ capitò un povero ometto/ che il codice dei bugiardi/ non l'aveva mai letto,/ e senza tanti riguardi/ se ne andava intorno/ chiamando giorno il giorno/ e pera la pera,/ e non diceva una parola/ che non fosse vera. / Dall'oggi al domani/ lo fecero pigliare/ dall'acchiappacani/ e chiudere al manicomio./ "E' matto da legare:/ dice sempre la verità"./ "Ma no, ma via, ma và ..."/ "Parola d'onore:/ è un caso interessante,/ verranno da distante/ cinquecento e un professore/ per studiargli il cervello ..."/ La strana malattia/ fu descritta in trentatre puntate/ sulla "Gazzetta della bugia"./ Infine per contentare/ la curiosità popolare/ l'Uomo-che-diceva-la-verità/ fu esposto a pagamento/ nel "giardino zoo-illogico"/ (anche quel nome avevano rovesciato ...)/ in una gabbia di cemento armato./ Figurarsi la ressa./ Ma questo non interessa./ Cosa più sbalorditiva,/ la malattia si rivelò infettiva, / e un po' alla volta in tutta la città/ si diffuse il bacillo/ della verità./ Dottori, poliziotti, autorità/ tentarono il possibile/ per frenare l'epidemia./ Macché, niente da fare./ Dal più vecchio al più piccolino/ la gente ormai diceva/ pane al pane, vino al vino,/ bianco al bianco, nero al nero:/ liberò il prigioniero,/ lo elesse presidente,/ e chi non mi crede/ non ha capito niente.


(Gianni Rodari, Il paese dei bugiardi, Le favole a rovescio).

mercoledì 5 novembre 2014

GERMANIA 2009, CRISI, ABBANDONI E LA MENZOGNA "ANIMALISTA"

Di seguito, la traduzione di un articolo, in origine non rivolto al pubblico italiano a cui sono stati propinati da sempre racconti con contenuti opposti a questo, e che conferma una realtà inquietante sulla condizione degli animali in Germania, sia cani e gatti che altri. La mancanza di denaro pare regolamenti gli abbandoni come la difficile se non impossibile conduzione di rifugi, ugualmente la mancanza di denaro e a volte anche il grande amore per lo stesso, regolamenta i traffici dei NOSTRI randagi, oggetto di un commercio fuori da ogni controllo.


BERLINO 2009/ / Quest’anno, decine di migliaia di proprietari di animali domestici impoveriti dalla crisi, hanno chiesto asilo per i loro cani alsaziani o bassotti ai ricoveri per animali di tutta la Germania,  spiegando come la peggiore crisi economica dal 1930 stia attanagliando questa nazione di amanti dei cani. Il German Animal Welfare Association tedesco (Deutscher Tierschutzbund) ha segnalato che quest’anno sono stati abbandonati 70.000 animali in più rispetto al solito e che nel 69 per cento dei casi, i proprietari indicano l' "emergenza finanziaria", come la ragione dell'abbandono. 
Siamo di fronte a un problema doppio: da una parte la crisi finanziaria che obbliga i proprietari a lasciare i loro animali, e dall’altra il calo delle donazioni” afferma Marius Tünte, un portavoce dell'associazione. "I nostri rifugi sono pieni fino a scoppiare, non ci sono soldi da investire nel loro ampliamento, e non abbiamo abbastanza personale che si prenda cura degli animali. In Germania ci sono 5,5 milioni di cani e questi sono l' 85 per cento degli animali domestici consegnati ai rifugi. Anche i gatti o i cosiddetti animali esotici come iguane e ragni, costosi da mantenere, vengono abbandonati nei rifugi. Sono stati abbandonati anche cavalli, nella maggior parte dei casi in condizioni di malnutrizione, perché i proprietari non potevano permettersi di mantenerli correttamente,  aspettando fino all'ultimo minuto prima di lasciarli. "Spesso sono abbandonati i cani e i gatti più vecchi o quelli malati, perché costa troppo prendersene cura ", afferma Tünte. 
Non tutti gli animali sono consegnati ai rifugi. Molti sono semplicemente abbandonati legati sul ciglio della strada con cartelli al collo come "Il mio padrone non può permettersi di mantenermi""La maggior parte delle persone lascia i loro animali domestici come ultima risorsa, perché gli animali possono essere di grande aiuto nei momenti di solitudine o di crisi", ha detto Tünte. "Se sei vecchio o hai perso il lavoro, il tuo cane può essere un ponte verso il mondo esterno. Ed egli starà sempre vicino al padrone, scodinzolando, non importa come sia vestito o quanto sia povero ". Nonostante la Germania non sia più tecnicamente in recessione, sta ancora soffrendo la crisi più grande degli ultimi 70 anni, inoltre si prevede un aumento della disoccupazione per l'inverno, ed i sistemi di tutela del lavoro del governo si stanno esaurendo. "Ci aspettiamo un autunno davvero difficile, afferma Tünte. Tre quarti dei rifugi per animali ha dovuto rinunciare ad investimenti urgentemente necessari perché mancano i finanziamenti, e alcuni  rifugi sono sull'orlo del fallimentoL'associazione Berlin's animal home, la più grande in Europa, sostenuta da 15.000 membri, sta esaurendo lo spazio e ha reso noto che le donazioni quest'anno sono in calo del 10 per cento"Siamo molto preoccupati per i nostri cani, abbiamo lo spazio per 180, ma ne dobbiamo curare oltre 270", ha dichiarato Marcel Gäding, un membro del management. Sopprimere  gli animali non è una scelta equa, ha insistito. "Siamo una società di protezione degli animali, non una società di uccisione degli animali." Si stima che un cane costi da 900 a 1.200 (Dh4,860-6,480) all'anno in tasse, cibo e spese veterinarie. "Se si perde il lavoro, è spesso impossibile andare avanti sostenendo questo costo," afferma il signor Gäding. "Molte persone che vengono da noi, hanno dato il loro ultimo euro per curare il loro animale domestico. È drammatico quando devono dire addio ai loro partner a quattro zampe. Abbiamo avuto casi in cui i proprietari consegnano il loro animale domestico assieme ad una scatola con i suoi giocattoli e scoppiando poi in lacrime. " Rifugi per animali hanno cercato di impedire tale dolorosa separazione donando alimenti per gli animali domestici, ma le risorse sono al limite. Tiertafel o Table animale, un ente di beneficenza che distribuisce gratuitamente cibo e cose necessarie ai cani, ha visto la domanda aumentare negli ultimi mesi. Il presidente dell'associazione benessere degli animali, Wolfgang Apel, ha invitato il governo a erogare 15 milioni per i 519 ricoveri per animali, che sono finanziati esclusivamente da donazioni private. Il signor Apel chiede che il governo fornisca sussidi ai disoccupati da lungo tempo, per aiutare i loro animali domestici.
"Proteggere gli animali è un valore per tutta la società", ha detto Apel in un comunicato. "Se non agiamo ora dovremo scaricare gli animali davanti a municipi, perché abbiamo cercato di aiutarli a nome della comunità ma la situazione sta diventando  di giorno in giorno sempre più drammatica."
Commento all'articolo: Alla luce di ciò che emerge in questo articolo che testimonia quanto affermato da nomi importanti della protezione animali tedesca, e  si collega ad altri articoli sullo stesso tema(qui), si conferma un problema di vecchia data e ad oggi irrisolto. Non è credibile infatti nè ammissibile la realtà di una condizione fallimentare del sistema destinato alla"protezione animali in Germania"  che per sua stessa confessione non può far fronte alle tragiche esigenze locali, e che lo stesso scelga di farsi carico di centinaia di migliaia di randagi ogni anno, importandoli.  Se lo fà si tratta di un comportamento scellerato ed incurante del benessere animale, se la "protezione animali" non è invece autrice delle importazioni, molto strano quanto incomprensibile resta il fatto che non le noti  e non le combatta e doverosa segue la domanda: chi importa randagi in un simile contesto e per venderli a chi, spacciandosi come "protezione animali"?
Probabile che la vendita dei nostri, assieme ad altre centinaia di migliaia di randagi ogni anno, servisse e serva  non a proteggerli ma a creare il reddito necessario a coprire il buco nero del loro deficit come le tasche di pericolosi soggetti, visto che con la scusa della privacy, niente  è dato sapere sui reali compratori dei cani movimentati, come sull'uso del denaro ricavato dalle infinite cessioni degli stessi.
Ancora una volta qui è negato tutto quanto a noi italiani è venduto come vero, a dire la facilità di trovare adozione per cani vecchi e/o malati, la situazione di benessere generale nei rifugi, la facilità di collocarli sempre tutti in splendide case ecc., in sintesi solo menzogne propinate a fine di lucro e questo già dal 2009, ovvero già  in una fase di deportazioni continue ed  incontrollate, dove l'Italia è proposta al mondo dagli "addetti ai lavori" come un paese dedito al maltrattamento degli animali e pieno solo di canili lager. 
E' palese la terrificante presa in giro per non dire truffa, dei cittadini italiani, che pagano centinaia di milioni di euro all'anno, per la loro tutela e  sono poi costretti a subire un abuso perpetrato da anni contro gli animali che dovrebbero vedere tutelati.  Cittadini vessati da aggressioni,  diffamazioni e intimidazioni di ogni sorta, nel malaugurato caso facciano domande e chiedano la dovuta trasparenza sulle movimentazioni dei LORO cani e gatti,  da chi in loco, procura la merce. Un paese intero diffamato per autorizzare illecite deportazioni, ma loro, possono!

Un esempio qui sotto, stesso anno 2009 di cui si parla nell'articolo.
Di ETN ho scritto (QUI) (QUI) (QUI)(QUI), tanto per capire il pulpito da cui viene la predica.


Se la protezione animali in Germania, vuole essere credibile, dica la verità, prenda le distanze dai trafficanti, sia trasparente sulla reale destinazione dei randagi importati  come sull'uso del denaro ottenuto dalla loro vendita. Solo la totale trasparenza potrà negare la truffa ad ora palese, di interi popoli, per quanto è la sorte dei randagi lì movimentati.  Se questo non avviene, la presunta "protezione animali in Germania" è complice se non responsabile, di infiniti crimini.


Alma Galli (M.A.R.E.)

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